Enrico Giovannini: “Settembre pensione prima ma con meno soldi”. Perché non ora?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Giugno 2013 - 15:23 OLTRE 6 MESI FA
Enrico Giovannini: "Settembre pensione prima ma con meno soldi". Perché non ora?

Enrico Giovannini: “Settembre pensione prima ma con meno soldi”. Perché non ora?

ROMA – In pensione prima ma con meno soldi e staffetta giovani-anziani in entrata e uscita dal mercato del lavoro. Sono i piani che il governo Letta affronterà a settembre, ragionando su eventuali modifiche alla riforma Fornero in direzione di una possibile uscita anticipata (prima dei 65 anni) a fronte di penalizzazioni. E’ quanto promette il ministro del lavoro, Enrico Giovannini, nel corso del videoforum sul sito di Repubblica. Ma in concreto cosa cambia dopo l’accordo di Bruxelles dal 2014 per i tanti giovani ancora in cerca di occupazione? Se lo domanda Roberto Mania, a colloquio col ministro, che si dice entusiasta per lo “straordinario risultato” conseguito in sede europea.

Se è vero che su un’azione europea per contrastare la disoccupazione giovanile Giovannini ci aveva puntato, insieme al premier Letta, fin dal seminario del mese di maggio nell’abbazia di Spineto. Non è chiaro perché continuare a temporeggiare e rimandare azioni urgenti al prossimo autunno.

“Entro ottobre dobbiamo fare il piano di come spendere esattamente questi soldi- ha spiegato il ministro – in modo da essere operativi dal primo gennaio 2014. Un punto fondamentale è il rafforzamento dei servizi per l’impiego. In Italia spendiamo mezzo miliardo di euro l’anno per aiutare le persone a trovare lavoro, in altri Paesi come la Germania e la Francia si spendono cinque miliardi”.

Sono in molti però a domandarsi che ne sarà di coloro i quali hanno superato i 29 anni, l’asticella che divide agli occhi del governo l’occupazione giovanile, meritevole di incentivi, da quella generale. Giovannini, ancora una volta rinvia a settembre:

“A settembre con la legge di Stabilità, con i nuovi fondi strutturali, potremo definire una serie di azioni che aiutino tutta l’occupazione usando i benefici che derivano dall’essere sotto il 3 per cento del deficit nel rapporto con il Pil. Cioè circa lo 0,4 per cento del Pil che quest’anno è stato utilizzato per pagare i debiti della pubblica amministrazione verso le imprese”.

Quanto alle pensioni, la possibilità di anticiparle e di prevedere staffette generazionali, anche questo rientrerà in un secondo piano per l’autunno. Perché non adesso?

Perché ha dei costi di lungo termine – si è difeso il ministro – Non si possono utilizzare le risorse comunitarie. Ha effetti pesanti sul bilancio pubblico. La legge di Stabilità è il luogo per fare tutto questo“.