Evasori esperti: finte società, finta Iva… Bugia scacciatasse come professione

Pubblicato il 28 Agosto 2012 - 17:18 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Evasori d’Italia in 19 identikit: ci siamo occupati degli evasori “semplici”, ora è il turno degli evasori “esperti”, quelli che per pagare meno tasse o non pagarle del tutto usano trucchi un po’ più complicati, che il dossier della task force Ministero dell’Economia-Agenzie-Guardia di Finanza, pubblicato dal Sole 24 Ore, distingue in cinque categorie, in ordine crescente di complessità. Conosceremo i profili di quelli che occultano parzialmente il reddito, ricorrono a intestazioni fittizie e utilizzano documentazione fiscale falsa.

La partita è cruciale per il governo Monti perché il margine per altri tagli e tasse sono risicatissimi, mentre l’evasione fiscale è un tesoro inesplorato di 120-150 miliardi di euro. Le somme che lo Stato ha ricavato dalla lotta all’evasione si sono raddoppiate in 4 anni: nel 2007 erano 6,4 miliardi, che nel 2011 erano diventati 12,7. Raddoppiata in pochissimi anni anche l’entità dei ricavi occultati scoperti dalla Guardia di finanza: nel 2008 erano 10 miliardi di euro, nel 2011 sono diventati 21.

Molti dei risultati futuri nella lotta all’evasione verranno anche dall’attenta analisi di questi 19 identikit:

2) Occultamento parziale di reddito

Senza scontrino – Imprese di piccole e medie dimensioni che non emettono del tutto o in parte scontrini, ricevute o fatture e così nascondono al Fisco i soldi incassati per le vendite o per le prestazioni effettuate. I “senza scontrino” sono anche gli operatori che nel Modello Unico, al momento della dichiarazione dei redditi, indicano costi non inerenti alla loro attività o non adeguatamente documentati. Per prevenire il fenomeno si pensa anche in questo caso a un’intensificazione dei controlli e diffusione dei relativi risultati su giornali e tv. Altra mossa potrebbe essere punire chi non fattura: per esempio sospendere dall’albo i professionisti che non rilasciano la ricevuta. Strumenti di contrasto: incrocio dei dati derivanti dalle segnalazioni; controlli mirati sui contribuenti non congrui e non coerenti con gli studi di settore, ma anche su quelli congrui per vedere se i dati forniti sono veri; incentivi ai pagamenti elettronici (Pos, carta di credito, bonifici on line); ispezioni mirate nei confronti di macro-categorie di contribuenti; piani coordinati con la Guardia di Finanza di controllo sull’emissione degli scontrini e contrasto all’abusivismo commerciale; verifiche programmate sul settore dell’e-commerce.

Detrazioni non spettanti – Contribuenti che indicano nelle dichiarazioni detrazioni non dovute oppure omettono fonti di introiti. Prevenzione: comunicazioni annuali ai contribuenti dei dati già conosciuti al Fisco in relazione al patrimonio immobiliare o alle informazioni acquisite con lo spesometro. Il contrasto: incrocio dei dati e analisi concentrata su indicatori quantitativi e incongruenze temporali.

3) Intestazione fittizia

Le finte società – I “ricchi”, per il Fisco “soggetti ad alta capacità contributiva” che occultano beni di lusso (immobili, auto, imbarcazioni, elicotteri, aerei) attraverso lo schermo di società create ad hoc. Prevenzione: sorvegliare le società che non hanno altre funzioni che essere intestatarie di patrimoni o redditi. Contrasto: incrociare i dati dei beni concessi dalle società in uso ai soci con le loro dichiarazioni dei redditi; rafforzare il controllo sulla posizione delle persone fisiche che utilizzano beni intestati a società.

Finte onlus – Uno degli strumenti più utilizzati negli ultimi anni, il no profit: in realtà si tratta di attività commerciali sottratte al Fisco. Prevenzione: controllo del territorio anche tramite i Comuni. Contrasto: verifiche mirate per stanare gli abusi, quando il no profit invece è tanto “profit”, tutto nascosto al Fisco.

4) Utilizzo di documentazione fiscale falsa

Frodi su Iva e dazi – Piccole e medie imprese, lavoratori autonomi e persone fisiche che evadono e commettono frodi su Iva e dazi all’importazione con le omesse dichiarazioni e le sottofatturazioni. Prevenzione: rafforzare gli accordi con cambio di best practices fra dogane e Guardia di Finanza con i Paesi terzi, dell’Unione europea e non, perché le frodi avvengono soprattutto nelle dogane e negli snodi cruciali di importazione; richiesta di garanzie per l’estrazione di prodotti dai depositi fiscali; facilitare l’importazione a chi assolve o ha sempre assolto ai suoi obblighi. Contrasto: sviluppo di analisi di rischio nell’ambito della Comunità europea; creazione di unità di intelligence comunitarie e scambio fra le banche dati; sistemi informatizzati per il tracciamento e il controllo delle merci in transito; standard uniformi per l’importazione in tutti i Paesi Ue; piani congiunti per combattere le sottofatturazioni.

Frodi sulle accise – All’identikit rispondono imprese medio-piccole e lavoratori autonomi che evadono le accise: contrabbandando prodotti; abusando delle norme che regolano i depositi doganali e le cessioni fraudolente al consumo; con l’utilizzo fraudolento di beni soggetti ad accisa; abusando delle agevolazioni. Prevenzione: armonizzare le norme fra i Paesi Ue per i depositi doganali; accordi fra Stati e produttori di beni soggetti ad accisa per stabilire procedure di controllo. Contrasto: maggiore controllo alle frontiere.

Frodi sulle ritenute – Persone fisiche, lavoratori autonomi e piccole-medie imprese che commettono frodi o non versano le ritenute d’acconto, i contributi o altre imposte. Prevenzione: analizzare i versamenti di ritenute effettuati nel corso del tempo per rilevare le fluttuazioni “sospette”; piani congiunti con gli agenti della riscossione per evitare la sottrazione di beni alle procedure esecutive (come pignoramenti o fallimenti). Contrasto: controllo automatico fra debito tributario risultante dalle dichiarazioni e modelli di versamento; analisi di indizi ricavabili da dichiarazioni Iva di altri soggetti; far partire i controlli dalle ritenute rilevate dalle dichiarazioni dei redditi dei dipendenti.

Società cartiere – Sono quelle società create ed usate unicamente per emettere fatture inesistenti e generare crediti Iva in realtà non spettanti. Prevenzione: controllare gli elenchi clienti e fornitori; creazione di banche dati dei soggetti che versano l’Iva regolarmente. Contrasto: incrocio delle banche dati e collaborazione nazionale e internazionale.

La “schedatura” degli evasori fiscali italiani continua con la categoria “top”, gli evasori “scelti”: sono le grandi aziende che fanno ingegneria finanziaria per pagare meno tasse. Un comportamento sul filo della legalità che andrebbe arginato con nuove più chiare norme per delimitare l’abuso di diritto. La puntata precedente la tr