Evasori: i mille da 8 milioni a cranio con le finte assicurazioni all’estero

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Dicembre 2014 - 12:11 OLTRE 6 MESI FA
Finte assicurazioni all'estero: i mille evasori da 8 milioni a cranio

Finte assicurazioni all’estero: i mille evasori da 8 milioni a cranio

ROMA – Evasori: i mille da 8 milioni a cranio con le finte assicurazioni all’estero. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo su una presunta maxi-frode fiscale realizzata all’estero tramite la sottoscrizione di polizze assicurative sulla vita dietro cui si celerebbero in realtà un sistema per evadere le tasse in Italia.

8 i miliardi che sarebbero stati evasi, con una lista di mille clienti (in gran parte imprenditori del Nord Italia) acquisita dagli inquirenti nel corso di un sopralluogo negli uffici milanesi della branca assicurativa del Credit Suisse (al centro di analoghe indagini negli scorsi anni in Germania e negli Stati Uniti). Grazie alle “polizze mantello”, questo il nome in gergo, i clienti incassano gli interessi sui risparmi evitando di pagarci le imposte.

L’ipotesi è che si tratti di un sistema per far incassare denaro all’estero evitando di pagare le tasse, come la «euroritenuta». È la «tassazione del risparmio transfrontaliero» che, in base ad un accordo con l’Ue, viene applicata ai capitali e gli interessi depositati in Svizzera, ma le indagini guardano anche al Liechtenstein. Tra i soggetti nel mirino, alcuni hanno già usufruito dello scudo fiscale per far rientrare i propri capitali depositati all’estero, altri stavano per approfittare della «voluntary disclosure». (Giuseppe Guastella, Corriere della Sera)

 

Le ipotesi di reato, per ora nei confronti di ignoti, riguardano riciclaggio e abusivismo finanziario e, scrivono i magistrati, ha “permesso di evidenziare circa mille clienti italiani che hanno investito, al di fuori del rispetto delle norme sul monitoraggio fiscale, in polizze vita di paesi black-list”. Dal canto suo l’istituto elvetico ricorda di aver dato la raccomandazione ai clienti di avvertire i propri commercialisti sul fatto che l’adempimento degli obblighi fiscali spettava a loro.