Fiat, Marchionne a muso duro: “Se vince il no a Mirafiori non metto un euro. Possiamo fare macchine senza la Fiom”

Pubblicato il 3 Gennaio 2011 - 10:19 OLTRE 6 MESI FA

Sergio Marchionne

La “festa” per la doppia quotazione di Fiat a Piazza Affari non addolcisce Sergio Marchionne. Parlando a Milano, infatti, l’amministratore delegato del gruppo ribadisce la linea dura con sindacati e Confindustria. Se a Mirafiori ”vince il no con il 51% la Fiat non farà l’investimento” dice il manager che sulla Fiom precisa:  ”Fiat non ha lasciato fuori nessuno se qualcuno ha deciso di non firmare non significa che io abbia lasciato fuori qualcuno: la Fiat – ha aggiunto – ha bisogno di libertà gestionale”.

Secondo Marchionne ”La Fiat non può continuare ad essere condizionata da accordi che non hanno più senso”. Marchionne ha, però, precisato che ”se il referendum di Mirafiori raggiungerà il 51% dei sì andremo avanti con il nostro progetto: la gente – ha concluso – si deve impegnare a fare le cose”.

”La Fiat – incalza l’ad – è capace di produrre vetture con o senza la Fiom”. ”La condizione dell’accordo” su Mirafiori ”è garantire – ha poi spiegato Marchionne – la governabilità dello stabilimento. Se andiamo a impedire la governabilità avremo dei problemi: l’accordo – ha aggiunto – verràpreso con la maggioranza dei sindacati”.

Bocca cucita sul piano. Sul piano, però, Marchionne non si dilunga in dettagli e spiega: ‘E’ veramente offensivo il fatto che bisogna vedere i punti specifici del piano. Non ho chiesto allo Stato, ai sindacati di finanziare niente – ha proseguito il manager – è la Fiat che sta andando in giro per il mondo a raccogliere i finanziamenti necessari per portare avanti il piano. Andate in giro, voi e i sindacati, a raccogliere i soldi”. ”Chiedere a Fiat di svelare i dettagli del piano – ha quindi rincarato Marchionne – lo trovo ridicolo. Vogliono vedere il resto degli investimenti? Ma che scherziamo?”.

”Sono appena tornato dal Brasile, dove ho inaugurato con l’ex presidente Lula una fabbrica a Pernambuco – ha ricordato -, non si sarebbe mai permesso qualcuno in Brasile di farsi dare i dettagli dell’investimento: non lo fa nessun altro paese del mondo. Smettiamola di comportarci da provinciali – ha poi affermato -, quando serviranno gli altri 18 miliardi del piano li metteremo”.

Confindustria.L’uscita da Confindustria di Fiat, ha poi aggiunto il manager, ”la vedo come possibile, ma non probabile. Fiat non può continuare  ad essere condizionata”. Marchionne, infine, si è soffermato sul rapporto tra Fiat e Chrysler: ”E’ possibile che si salga al 51% di Chrysler, nel 2011, se questa decide di andare sul mercato. Penso che sia possibile, ma non probabile. Non è pianificata oggi una fusione fra Fiat e Chrysler”.

“Il governo? Ci ha aiutato” L’ad di Fiat evita invece ogni polemica col governo Berlusconi e parla di atteggiamento dell’esecutivo ”molto incoraggiante. Ci ha dato tutto l’appoggio necessario per portare avanti il discorso”.  Da parte del governo, secondo il manager, c’è stato il riconoscimento che ”quello che sta facendo la Fiat è una cosa buona per il Paese”.