Giuliano Poletti, i giovani Under 35 la pensano come lui: in Italia le relazioni contano più del curriculum

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Marzo 2017 - 20:10| Aggiornato il 1 Aprile 2017 OLTRE 6 MESI FA
Giuliano Poletti (foto Ansa)

Giuliano Poletti (foto Ansa)

ROMA – Sul mercato del lavoro i giovani la pensano come il ministro del Lavoro Giuliano Poletti: secondo il 67% degli under 35 intervistati dall’ Istituto Demopolis le relazioni contano più del curriculum, in Italia per trovare lavoro. Secondo il sondaggio il 67% degli under 35 pensa che in Italia per entrare nel mondo del lavoro conti soprattutto la rete di relazioni e di conoscenze personali. Il 51% cita l’incidenza dell’appartenenza familiare.

Se andassero all’estero scoprirebbero che è lo stesso in tutto il mondo: razza, classe, parentela valgono più di uno stupido curriculum. I politici hanno alimentato il sogno. “Il rapporto di lavoro è prima di tutto un rapporto di fiducia. È per questo che lo si trova di più giocando a calcetto che mandando in giro dei curriculum”, ha detto Poletti incontrando gli studenti dell’istituto Manfredi Tanari di Bologna.

Polemica invereconda, con il demagogo Salvini che chiede le dimissioni del ministro, imbarazzante Repubblica allineata con Salvini: “Poletti finisce in fuorigioco “Con il calcetto si trova lavoro”” è stato il titolo del 27 marzo. Ma quel concetto Poletti non lo ha mai esposto. Anche il sito dell’ Espresso contribuisce alla mistificazione: “Da una rilevazione dell’istituto Demopolis tra gli under 35 emerge che le relazioni contano più del merito”. Ma la colpa è di Demopolis, il sondaggista della 7. Poletti ha parlato di curriculum, la domanda del sondaggio era su “studio, competenza”. Anche la confusione verbale contribuisce a avvelenare il clima in Italia.

In che condizione si immaginano i giovani fra dieci anni? Appena il 40% – secondo l’indagine Demopolis per il programma Otto e Mezzo, – si immagina tra 10 anni con un lavoro stabile e retribuito. Il 37% “con un lavoro non stabile”; il 23% ipotizza di essere ancora alla ricerca di un lavoro.

In questi giorni il ministro Poletti ha cercato più volte di spiegare la sua battuta (“Per trovare lavoro è meglio una partita di calcetto che mandare curriculum):

“hi fa selezione del personale mi dice: ministro, io cerco di capire chi ho davanti e poi che cosa sa – ha spiegato Poletti – Quindi il sapere e l’essere sono due cose fondamentali nella ricerca del lavoro. Ma questa non è certo una novità che scopre questo ministro”.