La Grecia è salva, l’95,7% dei creditori ha aderito allo swap

Pubblicato il 9 Marzo 2012 - 08:09 OLTRE 6 MESI FA

(Foto Lapresse)

ATENE – Atene è ufficialmente salva. La Grecia ha raccolto l’95,7% di sottoscrizioni di creditori privati, di cui l’85,8% di soli detentori di titoli di debito pubblico, alla sua offerta di swap del debito: lo ha dichiarato ufficialmente il governo di Atene.

L’operazione swap, quella che serviva a ristrutturare il debito chiedendo ai privati di accettare un robusto taglio e uno spostamento della data di incasso è stata sottoscritta quindi da più dell’95% dei diretti interessati. Cifre che arrivano dal governo alla conclusione delle operazioni giovedì alle 21. Queste cifre significano default scongiurato visto che per la Ue, per considerare riuscita l’operazione, serviva almeno il 66%.

Con l’operazione di swap del debito le banche (nella lista anche alcune italiane come Unicredit) hanno accettato un taglio del 53,5% del valore nominale di titoli in portafoglio. Un boccone duro da digerire ma l’alternativa non era davvero migliore: in caso di default della Grecia i titoli di Stato ellenici avrebbero avuto il valore della carta straccia. In compenso gli istituti di credito si consolano con il maxiprestito della Bce con tasso all’1%. Già giovedì con le prime buone notizie le Borse europee avevano festeggiato. Sostenuti i rialzi durante tutta la seduta. Lo Stoxx Europe 600 Index ha guadagnato l’1,6% e tre i listini più vivaci Parigi (+2,54%) e Francoforte (+2,45%). Milano ha chiuso sui massimi di seduta con un rialzo dell’1,62 per cento.

Si è allentata la tensione anche sul mercato dei titoli di Stato. In corso di seduta, lo spread tra Btp e Bund è sceso a 299 punti con un rendimento del decennale a 4,81 per cento. Poi è risalito leggermente per chiudere a 300,8 punti base. Un segnale di apprezzamento alla ‘cura’ Monti secondo alcuni. “Il nostro Paese sta lavorando in maniera molto determinata e i mercati se ne accorgono” ha commentato il ministro dello sviluppo economico, Corrado Passera.