Imu 2013 o Iva? Raccomandata Ue: “Tenete tutte e due”

Pubblicato il 29 Maggio 2013 - 10:28 OLTRE 6 MESI FA
Stop procedura d'infrazione: sei raccomandazioni dalla Ue

Deficit ok, la Ue raccomanda: più Imu e Iva, meno tasse sul lavoro

ROMA – Deficit ok, la Ue raccomanda: più Imu e Iva, meno tasse sul lavoro. Lo stop alla procedura d’infrazione per eccesso di deficit che arriverà in giornata è accompagnato da una lista di raccomandazioni da parte della Ue.

L’Italia ha margini ”molto stretti” sui conti perché deve tenere il deficit sotto il 3%, e ”ha già usato la maggior parte dei margini che aveva per pagare i debiti della pubblica amministrazione”, ha  sottolineato il commissario agli affari economici Olli Rehn. “Vanno stabilite delle rigide clausole di salvaguardia che possano scattare già quest’anno per assicurare che il deficit resti sotto il 3%. 

Del resto, la Commissione aveva già chiesto al governo di prevedere la clausola di salvaguardia qualora il rinvio dell’Imu non trovasse copertura. “Era una delle condizioni per chiudere la procedura per deficit eccessivo”, ha spiegato Regn. L’Italia ha già usato ”la maggior parte” del margine che ha sui conti ”per pagare i debiti della pa, che sarà fatto soprattutto nei prossimi due anni”. Si tratta di ”un margine di circa mezzo punto che sarà usato a questo scopo e fornirà liquidità quindi è già uno stimolo all’economia”.

I sei paletti non sono la riedizione della famosa lettera segreta della Bce dove in pratica si intimavano obiettivi e cifre di una manovra finanziaria a un governo Berlusconi mero esecutore di ordini impartiti da Francoforte. Però è da vedere come nel Paese del surreale duello Imu contro Iva, verrà accolta la raccomandazione fiscale della Ue che caldamente consiglia di spostare la tassazione dal lavoro alla proprietà e ai consumi.

Tradotto: i saldi devono restare invariati, quindi agite sull’Irpef, sull’Irap, sugli incentivi fiscali all’occupazione, la decontribuzione sui giovani assunti ecc… e quanto al gettito recuperatelo dalla casa e dai consumi, vale a dire mantenete l’Imu, alzate di un punto l’aliquota Iva o perlomeno riducete le esenzioni Iva concesse con troppa leggerezza. Il criterio è quello di scegliere l’imposizione fiscale “meno ostativa per la crescita”.

Non è davvero una riedizione della lettera del 2011 perché in quella si chiedevano espressamente tagli ai salari ove occorresse e l’allungamento dell’età pensionabile delle donne: era un vero e proprio commissariamento. Queste sei raccomandazioni sono meno vincolanti, perché altrimenti non ci sarebbe stato concesso di uscire dalla procedura d’infrazione per deficit eccessivo.

Va rilevato, però, come il ministro dell’Economia Saccomanni abbia detto appena ieri che prima vengono le risorse da destinare agli investimenti poi, eventualmente, il blocco dell’aumento Iva (sull’Imu abolita ha glissato). La crisi è ancora dura, per il 2013 non si devia dalla linea del rigore, il tesoretto compreso tra 7 e 12 miliardi liberato dalla fine della procedura d’infrazione deve misurarsi con una ulteriore riduzione delle stime sul Pil.

Per ora il vantaggio consistente per le casse dello Stato è la certificazione che la situazione si è stabilizzata e gli investitori non hanno più timori sulla nostra solvibilità: significa immediati risparmi sugli interessi da pagare per il nostro immenso debito pubblico. Per allenare i cordoni della spesa, bisogna aspettare il 2014 ( e comunque non prima delle elezioni tedesche a settembre). Di seguito vediamo il dettaglio delle raccomandazioni, voce per voce.

CONSOLIDAMENTO CONTI PUBBLICI. Al primo posto c’è la raccomandazione relativa al proseguimento dell’azione di ‘consolidamento’ del bilancio, più volte richiesto dall’Europa ai diversi Paesi dell’unione europea. Sul deficit abbiamo fatto bene, sul debito no. L’obiettivo di lungo termine resta 60% del Pil (siamo invece al 132%).

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. Il documento messo a punto dai servizi del commissario Ue per gli affari economici e monetari Olli Rehn evidenzia la necessita’ di rendere molto più efficiente la macchina della pubblica amministrazione per alleggerire il sistema produttivo di una zavorra che troppo spesso ne condiziona l’attività e lo sviluppo.

BANCHE. La terza raccomandazione riguarda il sistema bancario italiano. La Commissione chiede all’Italia di intervenire in maniera attiva per renderlo piu’ efficace e produttivo. Tradotto: più prestiti, meno acrobazie societarie e scatole cinesi (vedi alla voce fondazioni bancarie).

LAVORO. Nonostante la riforma Fornero, Bruxelles insiste poi su una maggiore flessibilità del mercato del lavoro mettendo l’accento sull’opportunita’ di una contrattazione maggiormente incentrata sul livello aziendale che non su quello nazionale. Più contratti decentrati per la competitività.

FISCO. Va ridotta la pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese, spostandola su proprietà e consumi (leggi Imu e Iva).

CONCORRENZA. Maggiore apertura alla concorrenza del mercato dei servizi è l’ultima raccomandazione che completa il pacchetto messo a punto dalla Commissione. Liberalizzazione nelle professioni e nei servizi, dalle Tlc all’energia.