Iren, Ebitda stabile a 630 milioni anche nel 2014. Report di Alberto Nosari

Pubblicato il 17 Settembre 2013 - 05:00 OLTRE 6 MESI FA
Iren, Ebitda stabile a 630 milioni anche nel 2014. Report di Alberto Nosari

Iren, Ebitda stabile a 630 milioni anche nel 2014. Report di Alberto Nosari

ROMA –  Iren, Ebitda stabile a 630 milioni anche nel 2014. Report di Alberto Nosari. All’esame della Lettera all’Investitore di questa settimana (leggi qui), il report online di Alberto Nosari, bilancio e prospetti di Iren, multiutility del Nord-Ovest con sede a Reggio Emilia. Il 2013 chiuderà con un giro d’affari in flessione di oltre il 17% a quota 3,6 miliardi circa, ma con un significativo aumento nella redditività poiché i margini dovrebbero risultare inferiori al 21% registrato nei primi sei mesi pur collocandosi vicino al 18% e quindi ben tre punti al di sopra del 2012 grazie a un Ebitda atteso stabile a 630 milioni. Stabilità formale in quanto la qualità registra un progresso importante nonostante il permanere di uno scenario macro non favorevole poiché il contributo delle componenti non ricorrenti scenderà al di sotto dei 30 milioni del 2012 seguendo un trend che sarà riproposto nel prossimo anno. Il 2014 dovrebbe infatti mettere in luce la sostanziale stabilità a 630 milioni dell’Ebitda, ma tutti saranno generati dalla gestione ricorrente e ordinaria a testimonianza dei progressi gestionali a cui lavora il nuovo vertice.

La struttura patrimoniale. Buone notizie anche dal fronte strutturale poiché il rapporto debiti/Ebitda scenderà sotto quota 4 volte già alla fine del 2013 rispetto a 4,2 dello scorso e lungo un percorso che dovrebbe portarlo a 2,9 entro la fine del piano, nel 2015, rispetto i 4,5 volte del 2011. Performance a cui daranno un contributo tutti e due i fattori poiché l’Ebitda è previsto a 670 milioni entro il 2015, mentre i debiti dovrebbero ridimensionarsi progressivamente per scendere sotto quota 2,5 miliardi già da fine 2013 pur scontando i massicci investimenti previsti nel secondo semestre, anche per completare i tre grandi progetti inclusi nel piano: il rigassificatore di Livorno, il termovalorizzatore di Parma e la centrale di cogenerazione di Torino.

Gli investimenti. Complessivamente nell’esercizio in corso saranno realizzati investimenti per 300 milioni, mentre i restanti 500 previsti dal piano dovrebbero essere equamente ripartiti nel prossimo biennio, anche se a fine 2015 l’esposizione dovrebbe essersi riposizionata al di sotto dei due miliardi rispetto ai citati 2,5 del 2013. Progresso a cui daranno un contributo anche le operazioni straordinarie, fra le quali è doveroso segnalare il rigassificatore di Livorno che, come puntualizza Nicola De Sanctis, Ceo di Iren dal 27 giugno, “sarà messo a disposizione del mercato e dei suoi operatori in quanto lo scenario congiunturale è modificato e quindi cambierà anche la struttura finanziaria con effetto benefico sull’indebitamento di circa 200 milioni, pur mantenendo l’attuale quota di partecipazione”.

Novità sulle partnership dovrebbero presto emergere anche sul fronte della divisione ambiente e più in particolare sull’ingresso di F2i guidato da Vito Gamberale. L’iniziativa ha già subito un rallentamento e l’intesa potrebbe essere ripensata poiché, come sottolinea Francesco Profumo, presidente di Iren dal 27 giugno, “risultano meno pressanti le motivazioni finanziarie che hanno dato corpo alle scelte di condividere con partner finanziari lo sviluppo dei business e vogliamo mantenere le mani libere per cogliere al meglio le opportunità”.

Il nuovo piano. Da rilevare al riguardo che, come sottolineano Profumo e De Sanctis, “abbiamo condiviso e rilanciato i target al 2015 perché li riteniamo credibili e sostenibili, anche se ci siamo impegnati a ragionare presto su un progetto di più ampio respiro e nei prossimi giorni inizieremo una minuziosa analisi volta ad accelerare l’implementazione del piano, a partire dalle sinergie, e a impostare un’analisi che ci supporti quando andremo a definire i percorsi e i numeri di una strategia di medio-lungo termine”. E tutto ciò, completano i nuovi vertici di Iren, “senza derogare allo sviluppo, che sarà perseguito prevalentemente per linee organiche, ma anche esogene, poiché valuteremo con grande attenzione pure tutte le opportunità che ci verranno offerte dai soci Iren che intendono dismettere partecipazioni in società che gestiscono servizi appartenenti al nostro core business: ambiente, ciclo idrico integrato, mercato, distribuzione di gas ed energia elettrica, generazione e teleriscaldamento”.