Disoccupazione record a ottobre (13,2%). Rivincita posto fisso: +400mila annuale

di redazione Blitz
Pubblicato il 28 Novembre 2014 - 10:06 OLTRE 6 MESI FA
Lavoro, la rivincita del posto fisso: in un anno più 400mila occupati

Lavoro, la rivincita del posto fisso: in un anno più 400mila occupati

ROMA – Il tasso di disoccupazione ad ottobre è pari al 13,2%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,0 punti nei dodici mesi. Lo comunica l’Istat. Contestualmente va osservato un sensibile incremento del numero di contratti a tempo indeterminato: esulta il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, autore dell’omonimo decreto che costituisce la prima parte del jobs act (contratto a termine 3 anni senza causale, apprendistato).

Disoccupazione record. Si tratta del massimo storico, il valore più alto sia dall’inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, ovvero dal 1977 (ben 37 anni fa). Il tasso di disoccupazione sorpassa così la soglia del 13%, a settembre infatti si era fermato al 12,9% (dato rivisto dall’Istat, rispetto al 12,6 precedentemente comunicato).

Nel dettaglio, il tasso di disoccupazione maschile risulta pari al 12,4% (+0,3 punti percentuali su base mensile e +0,9 punti nei dodici mesi); quello femminile raggiunge invece il 14,3% (+0,3 punti rispetto al mese precedente e +1,1 punti su base annua).

Meno inattivi, più persone cercano lavoro, spingono in alto numero disoccupati. Il nuovo aumento della disoccupazione, che si aggiunge a quello di settembre, deriva, nell’ultimo mese, da un calo dell’occupazione a cui si associa una diminuzione dell’inattività, ovvero del tasso di persone ‘fuori dal mercato del lavoro’, che né hanno né cercano un impiego.

Il riversamento degli inattivi nel mercato ha così contribuito ad un innalzamento della disoccupazione: questo perché chi è entrato non ha trovato ancora un ‘posto’.  Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce infatti dello 0,2% rispetto al mese precedente (-32 mila) e del 2,5% rispetto a dodici mesi prima (-365 mila). Il tasso di inattività si ferma invece al 35,7%, in discesa di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,8 punti su base annua.

Disoccupazione giovanile. Sul dato dell’incremento al 43,3% (+1,9% in un anno) della disoccupazione tra i 15 e i 25 anni va  fatta la stesa distinzione sugli inattivi. Il numero di giovani disoccupati viene rilevato sulla platea totale degli occupati e di chi cerca lavoro. I giovani disoccupati sono 708mila, una quota di giovani disoccupati che incide sulla popolazione tra i 15 e i 24 anni per l’11,9%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,7 punti su base annua.

La rivincita del posto fisso: in un anno 400mila occupati in più. Crescono del 7,1% i rapporti di lavoro a tempo indeterminato, pari ad oltre 400 mila nuovi contratti nell’ultimo anno. Così il ministero del Lavoro, in base ai primi dati sulle Comunicazioni Obbligatorie relative al terzo trimestre del 2014, sancisce la rivincita del posto fisso.

Crescono pure i rapporti di lavoro a tempo determinato, che “rappresentano circa il 70% dei nuovi contratti, con un incremento dell’1,8% rispetto al terzo trimestre 2013”.

Nel complesso, gli avviamenti di rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato sono stati nel terzo trimestre di quest’anno due milioni 474 mila, con un incremento del 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2013.

L’aumento di rapporti di lavoro a tempo indeterminato si è concentrato nei settori dell’industria e dell’agricoltura, mentre diminuiscono gli avviamenti nel settore dei servizi, tranne che nell’istruzione, che presenta più di 17 mila nuovi contratti. La fattispecie del tempo determinato ha soddisfatto in particolare le esigenze dell’agricoltura per circa 460mila contratti, con un aumento rispetto al terzo trimestre 2013 del 10,6%.

Oltre ai posti fissi nel terzo trimestre 2014 aumentano anche i contratti di apprendistato, che

“crescono del 3,8%, confermando, pure in termini più contenuti, la tendenza che si era già evidenziata nel secondo trimestre, nel quale avevano fatto registrare un balzo del 16%”.

“Questi dati, in continuità con quelli relativi al secondo trimestre, confermano che il cosiddetto decreto Poletti – conclude il ministero – ha prodotto l’esito che era auspicabile, cioè un incremento dei contratti a tempo indeterminato e dei contratti di apprendistato”.