Libia, Unicredit pronta a congelare le quote dei soci libici

Pubblicato il 23 Febbraio 2011 - 12:05 OLTRE 6 MESI FA

Dieter Rampl

ROMA – Unicredit guarda all’ipotesi di congelare al 5% il diritto di voto dei soci di Tripoli. A metterlo nero su bianco, al termine di un Cda di 4 ore che ha preso in esame la situazione nel nord Africa e in particolare in Libia, è stato il presidente di Piazza Cordusio, Dieter Rampl.

In una nota, diffusa al termine del board, il banchiere ha rilevato che ”in ogni caso, la decisione circa l’esercizio del voto da parte degli azionisti libici, quando dovuta, si fonderà sulla più attenta valutazione dei fatti da parte della banca”.

Central bank of Libya e Libyan Investment Authority (Lia) detengono in Unicredit rispettivamente il 4,98% e il 2,59%. Quote distinte ma che, se sommate, portano la partecipazione libica al 7,5%. Per questo alcuni dei grandi soci della banca, la scorsa estate, avevano posto il dubbio che i due azionisti potessero essere considerati come soggetto unico.

A tal proposito Rampl, nella nota, ha ricordato che, ”nell’interesse di tutti gli azionisti e nel rispetto del ruolo delle autorità, si sono sviluppati nel corso degli ultimi mesi positivi contatti finalizzati al chiarimento della situazione che si è venuta a creare”. Il presidente di Unicredit si è detto poi ”personalmente vicino alla popolazione libica” e ha auspicato ”la più rapida cessazione delle violenze in corso”.

Rampl ha però, mostrato ”preoccupazione perché non siamo riusciti a contattare il nostro vicepresidente Farhat Bengdara” che è anche il governatore della Banca centrale libica.

Nel corso del board, dedicato anche a temi tecnici e preceduto in mattinata da una riunione dei consiglieri indipendenti, l’amministratore delegato, Federico Ghizzoni ha ribadito al cda che la situazione in Libia non preoccupa Piazza Cordusio. Un concetto già espresso alla vigilia dal manager, di fronte ai timori espressi da alcuni azionisti, e che è stato fatto proprio anche da Andrea Landi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che detiene una quota di Unicredit attraverso la partecipata Carimonte (3,04%).

Landi ha detto che ”quanto sta accadendo in Nord Africa desta preoccupazione, ma il livello operativo di Unicredit nello specifico non è stato al momento influenzato. E’ un gruppo bancario che ha un azionariato molto diffuso e ampio, e da questo punto di vista – ha aggiunto – le preoccupazioni sono un po’ attenuate”.

Intanto è da registrare la presenza, nella sede della banca, di Jean Pierre Mustier, neo capo del Corporate & investment banking che dal 14 marzo assumerà l’incarico.