Licenziamento per scarso rendimento, 4 cose da non fare o ti cacciano

di redazione Blitz
Pubblicato il 20 Febbraio 2017 - 11:10 OLTRE 6 MESI FA

 

ROMA – Anche la scarsa produttività del lavoratore può giustificare il licenziamento per scarso rendimento. E’ quanto sottolinea la Corte di Cassazione in diverse sentenze, che portano ad individuare alcuni parametri che permettono di capire se la prestazione del lavoratore sia eseguita con diligenza e professionalità medie oppure no. In altre parole: se il lavoratore ha queste condotte rischia il posto.

Come spiega Il Sole 24 Ore, con il termine “rendimento” si intende la misura con cui una persona assolve i propri compiti professionali. Lo scarso rendimento, quindi, si verifica quando il dipendente non adempie esattamente alla prestazione dovuta. E se questo comportamento viene oggettivamente dimostrato come continuo e recidivo può portare al licenziamento per giustificato motivo soggettivo.

Ci sono quattro condotte, in particolare, che portano a configurare un caso di scarso rendimento.

IL RISULTATO – Il primo criterio riguarda il risultato atteso, che deve essere inferiore rispetto alla media delle prestazioni rese dai lavoratori con la stessa qualifica e le stesse mansioni, indipendentemente dagli obiettivi minimi fissati.

LO SCOSTAMENTO – Secondo parametro di valutazione è lo scostamento, ovvero lo scarto tra il risultato del lavoratore e quello degli altri colleghi. Questo scarto deve essere notevole. Inoltre lo scarso rendimento deve essere imputabile al lavoratore, di modo che si possa escludere che lo stesso sia determinato da fattori organizzativi o socio-ambientali dell’impresa stessa.

LA CONDOTTA – Deve anche essere valutato il comportamento del lavoratore in un determinato arco di tempo e non in relazione ad un singolo episodio (o a episodi sporadici) di rendimento sotto la media. Pertanto contano anche la frequenza e la ricorrenza del comportamento del dipendente in un arco di tempo significativo, oltre alla sua abituabilità. In ogni caso, sottolinea il Sole 24 Ore, è il datore di lavoro a dover dimostrare l’inadempimento notevole degli obblighi assunti dal lavoratore.

ASSENZE REITERATE – Anche le assenze reiterate possono integrare la fattispecie dello scarso rendimento se tali da rendere la prestazione del lavoratore non più utile per il datore di lavoro, incidendo negativamente sulla produzione aziendale.