Lunedì il test dei mercati: il vertice Ue li convincerà?

Pubblicato il 30 Giugno 2012 - 19:16 OLTRE 6 MESI FA

MILANO, 30 GIU – Dopo il boom scatenato dal vertice europeo, i mercati sono attesi dal test della riapertura di lunedi', con segnali variabili: i pochi operatori di Piazza Affari al lavoro nel week end per preparare gli ordini vedono piuttosto rosa nel medio periodo, ma da Berlino il linguaggio della politica – piu' delle decisioni concrete – fa capire che la partita Germania-Resto d'Europa e' ancora lunga. Ma un dato e' certo: analizzando piu' a fondo la giornata della grande rimonta delle Borse si vede che gli investitori sono tornati, almeno in parte, sui mercati azionari della zona euro.

A partire da Milano, dove i dati sono inequivocabili: nell'ultima seduta di grandi acquisti gli scambi sono stati a livelli record. I dati di Borsa italiana evidenziano come venerdi' siano passati di mano un totale di 1,2 miliardi di azioni, contro i 909 milioni del giorno precedente (quando cominciava a montare l'attesa per il vertice europeo) e i 708 milioni 'normali' di mercoledi'. Ma il dato piu' interessante e' forse quello del controvalore degli scambi, progressivamente superiore al totale dei titoli scambiati: mercoledi' e' stato pari a 1,32 miliardi di euro, giovedi' a 1,48 miliardi, venerdi' e' stato vero rally a 2,64 miliardi di euro.

E quella appena trascorsa e' stata la quarta settimana consecutiva di rialzo per le Borse europee, la striscia piu' lunga da gennaio. ''Ma ricordiamoci che i mercati si trovano ancora sui livelli minimi dall'inizio della crisi: il grande scivolone della scorsa estate non e' stato certo recuperato, a partire dalla Borsa milanese, che rimane quella con i maggiori margini di rientro'', spiega un operatore con finestra su Piazza Affari. Insomma le previsioni – e le speranze – sono che l'inferno non si ripeta nei prossimi due mesi estivi di scambi via via piu' ridotti, ''ma si ballera' ancora. E parecchio'', dicono in coro gli operatori.

Chi lavora sui titoli azionari consiglia di guardare ancora alla politica, a partire dalla lunga serata del parlamento tedesco. E' vero che il Bundestag ha approvato con i due terzi richiesti la ratifica del patto di bilancio e il fiscal compact con voti piuttosto stabili (rispettivamente 493 e 491 si') ma e' anche vero che Angela Merkel ha spiegato che non sara' semplice arrivare a risultati concreti di concertazione europea per la gestione della crisi. La cancelliera tedesca ha spiegato infatti davanti a un agitato parlamento di casa che il compromesso europeo serviva proprio per tranquillizzare i mercati, mentre fonti governative di Berlino hanno fatto trapelare che per lo scudo anti spread ''valgono gli strumenti'' decisionali e di controllo ''gia' esistenti per Efsf e Esm e le linee guida gia' concordate''.

Ma i segnali di una prima svolta dei mercati azionari ci sono, rafforzati dalla chiusura degli indici di Wall Street con aumenti compresi tra il 2 e il 3%, con New York che per una volta ha dato fiducia ai risultati del vertice europeo. In particolare, sottolineano gli analisti, quello che sembra davvero piu' concreto e' il passo avanti sulla creazione di una struttura bancaria europea.

E non a caso sono stati i titoli bancari quelli che hanno corso di piu' nella giornata della grande rimonta. Con un dettaglio non da poco: hanno fatto molto meglio gli istituti dell'area euro (Bank of Ireland e Unicredit +14%, National Bank of Greece +12%) rispetto alle banche inglesi, che non hanno pagato solo il caso Barclays, scesa di un altro 1%, e anche svizzere: Hsbc e Standard Chartered nella seduta boom della settimana hanno chiuso con un rialzo inferiore al punto percentuale, le elvetiche Ubs e Julius baer con un aumento nettamente inferiore ai tre punti.