Luxottica chiude il 2013 in ulteriore progresso. Il report di Alberto Nosari

Pubblicato il 10 Dicembre 2013 - 14:13 OLTRE 6 MESI FA
Luxottica chiude il 2013 in ulteriore progresso. Il report di Alberto Nosari

Luxottica chiude il 2013 in ulteriore progresso. Il report di Alberto Nosari

ROMA – Luxottica chiude il 2013 in ulteriore progresso. Il report di Alberto Nosari. C’è Luxottica, il più grande produttore di occhiali del mondo, all’esame della Lettera all’Investitore di questa settimana (leggi qui), il report online di Alberto Nosari, bilancio e prospetti per il prossimo biennio 2013-2014.

Luxottica si prepara a chiudere il 2013 nel solco di quanto realizzato nei primi nove mesi, considerati di eccellenza da gran parte degli analisti, e in linea con quanto presentato dal 2009 in poi poiché il gruppo ha saputo reagire con proattività alla crisi scatenatasi sui mercati globali nel quarto trimestre del 2008 e registrare un recupero di ricavi e margini già dalla seconda metà del 2009. Da allora, Luxottica ha inanellato un periodo di forte crescita, confermando la congruità di uno scenario di sviluppo sostenibile di lungo termine.

Il 2013 dovrebbe così presentare ricavi in progresso di circa l’8% nell’intorno dei 7,65 miliardi a parità di cambi, mentre l’utile dovrebbe registrare uno sviluppo sostanzialmente doppio e quindi nell’ordine del 15% a circa 620 milioni, mentre la crescita dell’Ebit dovrebbe collocarsi nell’intorno di 1.100 milioni con un progresso del 12% circa sempre a parità di cambi (leggi i commenti degli analisti). Positiva anche l’evoluzione degli aggregati patrimoniali in quanto la generazione di cassa dovrebbe tendere ai 700 milioni dello scorso anno dopo essersi avvicinata ai 500 milioni nei primi nove mesi, mentre l’indebitamento dovrebbe scendere sotto gli 1,5 miliardi.

Una dinamica che dovrebbe nella sostanza riproporsi anche nel prossimo anno nel solco del trend che ha caratterizzato gli ultimi quattro anni: un progresso fra il 7 e il 10% del fatturato, con Ebit atteso in crescita fra il 12 e il 15 per cento mentre l’utile netto dovrebbe mettere in luce una performance compresa fra il 15 e il 20% e cioè valori sostanzialmente doppi rispetto all’evoluzione attesa nei ricavi. Risultati che di fatto ripropongono quanto realizzato negli ultimi quattro anni e cioè a ridosso della crisi scatenatasi nel 2007 a causa dei mutui subprime americani.