2010 di crisi, ma non per i top manager: stipendi aumentati del 17 per cento

Pubblicato il 14 Aprile 2011 - 09:42 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – C’è la crisi? Di certo non nelle buste paga dei manager italiani, che hanno visto aumentare i loro stipendi nonostante l’economia nostrana – e non solo – continui ad arrancare.

E non di parla di pochi soldi: i compensi dei vertici delle società quotate alla Borsa di Milano nel 2010, secondo un’inchiesta del Sole 24 Ore, sono aumentati del 17 per cento.  In soldi, questo porta i compensi totali dei cento manager a 300 milioni di euro rispetto ai 256 del 2009.

La classifica dei manager più pagati vede in testa l’ex amministratore delegato di UniCredit Alessandro Profumo, con la sua super-liquidazione da 38 milioni che si va ad aggiungere allo stipendio da 2,59 milioni preso fino al 21 settembre 2010. E questo senza contare gli altri due milioni di euro che, per volontà del dimissionario, sono andati in beneficenza.

Di fronte al tesoro liquidazione-stipendio di Profumo sembrano quasi pochi gli 8,728 milioni di euro percepiti dal presidente di Ferrari, e fino al 21 aprile anche di Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, che si aggiudica il secondo posto in classifica. Anche per lui, comunque, c’è stato un aumento in busta paga del 71 per cento rispetto ai 5,12 milioni del 2009.

Si conferma anche quest’anno al terzo posto il presidente di Pirelli, Prelios e Camfin Marco Tronchetti Provera con i suoi 6,618 milioni. Anche a lui il 2010 ha regalato un aumento dell’11,5 per cento rispetto all’anno precedente.

Al quarto posto viene Cesare Geronzi, da poco dimissionario dalle Assicurazioni Generali, grazie ai 2,32 milioni percepiti in qualità di presidente del gruppo assicurativo dal 24 aprile 2010 e i 2,7 milioni dalla presidenza di Mediobanca tra il primo luglio 2009 e il 25 aprile 2010. Ma con la sua buonuscita di 16,67 milioni il banchiere di Marino si potrebbe aggiudicare il primo posto nella classifica dell’anno del 2011.

In ogni caso, sottolinea Gianni Dragoni sul Sole 24 Ore, anche senza l’effetto Profumo gli stipendi dei manager sono aumentati nel 2010. Basti considerare che il totale dei compensi dei primi cento italiani arriva a 262 milioni, 26 milioni più del 2009, che in percentuale diventa l’11 per cento.

Tra le curiosità del 2010 il Sole 24 Ore ricorda la auto-riduzione di stipendio dell’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne, passato da 4,78 a quasi 3,5 milioni, e, al contrario, l’auto-generosità del presidente di Tod’s Diego Della Valle, che si è quadruplicato lo stipendio per arrivare a prendere 3.03 milioni.

E non si pensi che questi super-stipendi riguardino solo i manager privati: tra i pubblici il primo è Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel, con i suoi 4,94 milioni. Seguono l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, con 4,610 milioni, e il numero uno di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, con 4,478 milioni di stipendio tra compensi monetari e stock option.

Tra i primi cento manager sono pochi i nomi delle società: vengono da Saipem, Jacques Léost (4,447 milioni) e Pietro Francesco Tali (4,201 milioni), da Generali, oltre a Geronzi, Sergio Balbinot (3,557 milioni), Giovanni Perissinotto (3,513 milioni), da Mediobanca Renato Pagliaro e Alberto Nagel (2,550 milioni ciascuno) , Massimo Di Carlo (2,250 milioni) e Maurizio Cereda (2,235 milioni), da Mediaset Fedele Confalonieri (3,718 milioni) e Giuliano Andreani (3,330 milioni), da Fonsai Giulia Maria Ligresti (2,985 milioni), Jonella Ligresti (2,817 milioni), Gioacchino Paolo Ligresti (2,751 milioni), Antonio Talarico (2,223 milioni), da Intesa Corrado Passera (3,400 milioni), Francesco Micheli (3,286 milioni), Gaetano Miccichè (2,390 milioni).

Ci sono poi i manager di Erg Pietro Giordano (4,195 milioni), di Campari Luca Garavoglia (3,534 milioni), di Luxottica Andrea Guerra (3,800 milioni) e Enrico Cavatorta ( 3,355 milioni) , di Telecom Franco Bernabè (2,598 milioni), di Bulgari Francesco Trapani ( 2,538 milioni), di Amplifon Franco Moscetti (2,690 milione), di De Longhi Fabio De Longhi (2,220 milioni).

Facendo una media, i primi cento manager si sarebbero portati a casa 3 milioni l’uno, in crescita rispetto ai 2,56 del 2009. Al di là delle medie, sono ben 13 i manager che si sono portati a casa più di 4 milioni, tre in più di quelli del 2009. Superano il milione di euro in 155, mentre l’anno precedente erano 131.

Se questa è la situazione italiana, in Francia Frédéric Oudéa, amministratore delegato di Société Générale, ha ricevuto un bonus di 600mila euro che va ad aggiungersi al suo stipendio di 1, 75 milioni. In Germania l’amministratore delegato di Deutsche Bank, Josef Ackermann, si è aggiudicato 8,85 milioni, di cui 2,7 milioni in compensi monetari, il resto in bonus e stock option. Ma il più pagato della banca tedesca è Anshu Jain con i suoi 12 milioni.

In Svizzera l’amministratore delegato di Credit Suisse, Brady Dougan, si è dovuto accontentare di 12,8 milioni di franchi svizzeri (cioè 10,26 milioni di euro), quasi 7 in meno dei 19,2 milioni percepiti l’anno precedente.

Sempre nella piccola confederazione elvetica l’amministrato delegato di Ubs, Oswald Grubel, ha guadagnato 3 milioni di franchi (2,4 milioni di euro): ha preso quindi il suo solo stipendio fisso, rinunciando – bontà sua – al bonus del 2010.