“Intanto paga, poi si vedrà”: Confindustria e Rete Imprese contro la manovra Tremonti

Pubblicato il 5 Luglio 2010 - 12:00 OLTRE 6 MESI FA

Giulio Tremonti

Le Regioni non hanno intenzione di mollare la presa e continuano a contestare senza mezzi termini la finanziaria da 24 miliardi ideata dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti. E non sono sole. Contro una manovra giudicata dalle “conseguenze irreparabili specie per le piccole e medie imprese”, scende in campo compatto tutto il mondo delle aziende. Eppure, subito dopo la presentazione, Emma Marcegaglia aveva dato, almeno a grandi linee, un giudizio positivo. Un conto, però, è un’analisi generale, altro conto è l’aspetto attuativo.

Quello che alle imprese non va proprio giù è il meccanismo, pensato da Tremonti per raggranellare qualche milioncino, del “prima paghi, dopo, in caso, vediamo”. Così Confindustria e la rete delle imprese che comprende Confcommercio, Confartigianato, Confesercenti, Casartigiani e Cna, hanno prensentato un comunicato congiunto per denunciare tutti i meccanismi che, a loro dire, nella manovra non funzionano.

Al centro del dibattito ci sono due articoli della manovra, il 31 e il 38, che gli industriali vorrebbero modificare radicalmente. Ad esempio, nel caso di contenzioso con il fisco, ad oggi la legge permette di pagare alla fine dell’iter giudiziario. Con la manovra, a meno di modifiche, lo Stato chiede i soldi subito: se poi si avrà diritto alla restituzione ci sarà. Nei tempi non proprio rapidissimi della macchina pubblica. Uno “scherzetto” che, secondo il governo, dal 2011 frutterà circa 100 milioni. Alle imprese, però, il pagamento anticipato non va bene visto che secondo i loro calcoli il costo per le aziende si aggira attorno ai 3 miliardi di euro in due anni. Anche perché con l’articolo 31 cessa la possibilità per le imprese di utilizzare la compensazione automatica tra crediti e debiti qualora il contribuente sia iscritto a ruolo.

E c’è di più: con la manovra spariscono gli incentivi per chi investe nelle energie rinnovabili, le agevolazioni fiscali per l’acquisto dei macchinari. Infine le Regioni: coi tagli il rischio di un aumento dell’Irap è quasi una certezza. La strada per Tremonti, insomma, sembra ancora lunga.