Manovra economica: saltano i pensionamenti previsti in luglio e nel 2011

Pubblicato il 16 Maggio 2010 - 19:16 OLTRE 6 MESI FA

Giulio Tremonti

La manovra finanziaria del prossimo biennio toccherà le pensioni e il pubblico impiego.

La manovra correttiva verrà varata nei primi giorni di giugno. Il governo sta già studiando interventi sulle “finestre” di uscita del 2011, e spunta l’ipotesi che vengano bloccate anche i pensionamenti per anzianità e vecchiaia in programma dal 1° luglio, da cui si salverebbero quasi solo i cassintegrati.

I tagli prevedono anche il mancato rifinanziamento della detassazione al 10 per cento degli straordinari e dei premi di produttività del settore privato. A notarlo, Il Sole 24 Ore, in un lungo articolo di Dino Pesole.

Sempre nel settore privato, si preannunciano tempi duri anche per le donne, che potrebbero vedersi aumentare l’età pensionabile.

È allo studio anche un nuovo contributo di solidarietà sulle “pensioni d’oro”, e una stretta sulle pensioni ai falsi invalidi, con nuovi controlli.

L’ultima parola toccherà al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e al Consiglio dei ministri. Il ministro del Welfare Muarizio Sacconi ha già messo le mani avanti: “Prepariamoci a tempi di contenimento del perimetro pubblico. Sappiamo bene che occorre una migliore dislocazione del personale nelle pubbliche amministrazioni. Al tempo stesso riformeremo il sistema fiscale attraverso un percorso a forte impronta equitativa”.

Tra le ipotesi, c’ è quella del blocco dei rinnovi contrattuali 2010-2012, che porterebbe nelle casse dello Stato 5,3 miliardi nel triennio, e quello del turn over, in scadenza a fine anno, ma anche il congelamento temporaneo degli aumenti per i dipendenti pubblici senza contratto.

Resta in forse il prelievo delle risorse dirette ai Fondi unici di amministrazione, che permettono l’autofinanziamento delle attività extra bilancio delle amministrazioni pubbliche nella stesura dei contratti di secondo livello: un intervento che vale all’incirca un miliardo nel biennio.

Potrebbe passare da tre a sei mesi il tempo di attesa per corrispondere agli statali il trattamento di fine rapporto, come già previsto dalla norma bocciata dalla Camera nel 2009. In questo modo l’interesse del 5 per cento sulla buonuscita a carico dello Stato verrebbe corrisposto solo dopo un semestre.

Riguardo alla proposta del ministro leghista Roberto Calderoli di un taglio del 5 per cento sugli stipendi di parlamentari, ministri, alti funzionari pubblici e super manager, il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto precisa: “È il governo nel suo insieme che deve decidere”.

Per il presidente del Senato Renato Schifani se si devono fare sacrifici “è giusto che siano i politici a farli per primi”. Mentre il segretario del Pd Pier Luigi Bersani lo liquida come  “uno slogan”.

Sul fronte fiscale, si conferma il possibile giro di vite sui giochi on line, e il potenziamento della lotta all’evasione internazionale. Il pacchetto potrebbe essere affiancato da un primo insieme di misure per semplificare il rapporto tra fisco e contribuenti. È in arrivo anche una regolarizzazione per gli immobili “fantasma” identificati dal l’Agenzia del territorio.

I sindacati sono in allarme per i prospettati interventi su previdenza e pubblico impiego: “La manovra finanziaria, se confermate le indiscrezioni, si prefigurerebbe come una mannaia per i dipendenti pubblici e per i pensionati”, osserva Rossana Dettori, segretario generale dell’Fp-Cgil.

Dall’opposizione la presidente del Pd, Rosy Bindi giudica “singolare” che per due anni il governo “abbia detto che la crisi non c’era, e ora invece annuncia una manovra assolutamente tradizionale con tagli lineari che vanno a colpire in maniera indiscriminata i servizi”.