Manovra: verso più rate rottamazione cartelle, addio studi settore

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Novembre 2016 - 12:32 OLTRE 6 MESI FA
Manovra: verso più rate rottamazione cartelle, addio studi settore

Manovra: verso più rate rottamazione cartelle, addio studi settore

ROMA – Manovra: verso più rate rottamazione cartelle, addio studi settore. Il nodo non è ancora sciolto. Ma la volontà di estendere, almeno a tutto il 2018, le rate della rottamazione delle cartelle viene posto con decisione dai molti emendamenti presentati in commissione Bilancio al decreto fiscale. Da domani il confronto su provvedimento entra nel vivo. In tre giorni si punta ad andare in aula a Montecitorio.

Tra le novità in arrivo di sicuro sono le nuove norme per il passaggio del personale di Equitalia – salterebbe la selezione ora prevista – e il pacchetto di semplificazioni che vanno dal rinnovo della cedolare per le case in affitto alla tregua fiscale di agosto. Rimane invece il nodo dell’aggio e delle sanzioni future per gli accertamenti.

”Dal confronto parlamentare – afferma il presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia – dovrà essere fatta chiarezza su aggio e sanzioni del futuro. Perché al momento si riducono solo quelle dei debitori attuali che rientrano nelle condizioni proposte dal decreto”. Certo, a scorrere i 1.043 emendamenti della manovra, è evidente che M5s darà filo da torcere soprattutto su Equitalia, uno dei loro cavalli di battaglia.

Rottamazione cartelle, più rate. Le proposte per allungare le rate arrivano da tutti i partiti, anche in modo articolato. Le proposte variano e alcuni ipotizzano fino al 2020. Sul tema però incombe la spada di Damocle delle coperture. Ma per Boccia se ci sono più rate aumenta l’adesione e cambia solo il flusso degli incassi. Comunque il tam tam indica un doppio emendamento di Castricone (Pd) e Palese (Conservatori e Riformisti) come quello su cui trovare convergenze.

Prevede che le rate ”potranno essere crescenti su richiesta del debitore e la scadenza dell’ultima non potrà superare il 24 ottobre”. Ma a parte le rate, c’e’ chi propone di limitare la sanatoria a cartelle di piccolo taglio (10.000 euro) e alcuni emendamenti danno agli enti locali la possibilità di estendere la rottamazione anche ad altri crediti oltre che a decidere di non voler aderire per le multe.

Via gli studi di settore, arriva l’indice taglia-controlli. Emendamenti di maggioranza cancellano per sempre gli studi di settore e propongono ‘indici di affidabilità’ per attivare meccanismi evita-controlli. ”Dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2017 – recita l’emendamento – sono individuati indici sintetici di affidabilità fiscale cui sono collegati livelli di premialità per i contribuenti più affidabili, anche in termine di esclusione o riduzione dei termini degli accertamenti”.

Equitalia e dintorni. Le opposizioni- M5s e Fi in primis – chiedono che il passaggio ad ente pubblico comporti un concorso. Sembra però farsi largo l’idea di ammorbidire anche la ”selezione del personale” prevista nel testo del decreto uscito da Palazzo Chigi. L’emendamento del gruppo Pd prevede il passaggio dalla vecchia Equitalia al nuovo ente pubblico ”previa verifica delle competenze per una più idonea ricollocazione del nuovo modello organizzativo che assicuri la valorizzazione delle singole professionalità”. Gli emendamenti sull’articolo di Equitalia sono tantissimi. Qualcuno propone anche la trasformazione della ”Riscossione Sicilia Spa”

Semplificazioni. Tante sono le norme in arrivo. C’è il rinnovo automatico della cedolare secca in caso di proroga dell’affitto; l’esclusione delle spese di viaggio e trasporto dal reddito dei piccoli imprenditori; lo stop a cartelle e anche a richieste di documentazione fiscale per tutto il mese di agosto; l’ampliamento della platea dei contribuenti-autonomi per il fisco forfait e per il regime dei minimi.

Iva trimestrale ed e-fattura. Molti emendamenti puntano ad ammorbidire gli obblighi di presentazione dell’Iva trimestrale e le sanzioni in caso di ritardo nell’invio anche della E-fattura. Un gruppo di deputati bipartisan propone poi di alzare il ‘bonus’ per dotare i commercianti degli strumenti idonei alla trasmissione delle fatture dai 100 previsti a 200 euro. Qualcuno arriva addirittura a 500 euro.