Mario Draghi: Su titoli banche psicosi da bail-in

di Edoardo Greco
Pubblicato il 15 Febbraio 2016 - 17:44 OLTRE 6 MESI FA
Mario Draghi: Su titoli banche psicosi da bail-in

Mario Draghi: Su titoli banche psicosi da bail-in (AP Photo/Michael Probst, File)

DOVE: BRUXELLES – Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea (Bce) cerca di rassicurare il Parlamento europeo e spiega che il crollo dei titoli bancari, che ha trascinato al ribasso tutte le Borse europee nelle ultime settimane, è una psicosi da bail-in, ovvero una percezione errata (da parte dei mercati) dello stato di salute delle banche, messe alla prova dalle ultime e più restrittive regole dell’Unione europea, vedi il “bail in” (se una banca sta fallendo, a pagare sono i suoi clienti e non la collettività).

Alla commissione Affari economici dell’Europarlamento Draghi ha garantito che, se ci sarà da intervenire la Banca centrale europea lo farà: “Per rendere l’eurozona più resiliente, la Bce è pronta a fare la sua parte e come annunciato esaminerà la possibilità di agire a inizio marzo”. In ogni caso “la ripresa prosegue a passo moderato, sostenuta soprattutto dalle nostre misure di politica monetaria e dall’impatto favorevole sulle condizioni finanziare e dai prezzi dell’energia. Gli investimenti restano deboli, e il settore delle costruzioni finora non si è ripresa”.

“Diventa sempre più chiaro che le politiche di bilancio debbano sostenere la ripresa attraverso investimenti pubblici e tassazione bassa”. Inoltre, servono anche misure strutturali, per migliorare l’ambiente degli affari, le infrastrutture pubbliche, sono vitali per aumentare gli investimenti pubblici, aumentare il lavoro e la competitività”. E “rispettare le regole del Patto resta essenziale per mantenere la fiducia nel quadro”, ha aggiunto.

Quanto alla crisi delle banche, per Draghi è perché sono “sensibili” agli scenari di una ripresa più timida del previsto: “Da inizio dicembre un deterioramento del sentimento economico ha guadagnato velocità e nel tempo è diventato più volatile e suscettibile a cambiamenti rapidi. In questo ambiente i prezzi in Borsa sono scesi e i titoli bancari sono stati particolarmente colpiti, sia globalmente che in Europa, riflettendo l’alta sensibilità del settore alla prospettiva economica più debole del previsto”.

Nel calo dei titoli c’è anche una questione di “percezione”: “La caduta dei titoli bancari è stata amplificata dalla percezione che le banche potrebbero dover fare di più aggiustare i loro modelli di business ad un ambiente di bassa crescita e bassi interessi, e al rafforzato quadro regolatorio messo in piedi dall’inizio della crisi”.

Ma Draghi ribadisce: “Bisogna riconoscere che le regole hanno messo le basi per un aumento della resilienza per tutto il settore finanziario. La transizione alle nuove regole (della direttiva Brrd che istituisce il bail in, ndr), determina un cambiamento notevole, ma è un cambiamento per il meglio, perché così i soldi dei contribuenti non saranno utilizzati come accaduto nella crisi”.

Draghi ha smentito le voci secondo cui la Bce e il governo italiano sarebbero in trattativa per l’acquisto di crediti deteriorati delle banche da parte di Francoforte: “Non mi risulta nessun contatto tra Bce e governo italiano”, ha detto Draghi, “non so da dove si prenda questa notizia, non stiamo comprando nulla, si tratta di vedere se queste sofferenze in un particolare formato Abs possono essere accettate come collaterale”. Ipotesi questa già prospettata dal Tesoro.

La questione di considerare i titoli di Stato delle banche non più risk free è “molto rilevante ma occorre affrontarla con molta ponderazione e gradualismo” e siccome è una questione di “carattere globale, non possiamo solo in Ue prendere questa iniziativa”. Draghi ha spiegato che quindi è il comitato di Basilea che deve fare un regolamento valido per tutti e da diverso tempo sta riflettendo sulla questione.

“I governatori delle banche centrali e i capi della supervisione hanno indicato che sono impegnati a non aumentare significativamente i requisiti generali di capitale per il settore bancario”. Le banche “hanno messo in piedi buffer di capitale più elevati e di migliore qualità, hanno ridotto l’effetto leva e migliorato i loro profili di finanziamento”.

Il consiglio direttivo della Bce sta lavorando alla questione delle banconote da 500 euro, perché “una convinzione sempre maggiore che siano usate per scopi criminali”. La banconota da 500 “viene considerata usata sempre più da criminali ed è in questo contesto che valutiamo un’azione, ma lo faremo con cautela”.