Mps, tremano le stanze del potere: indagine sul prestito Fresh

Pubblicato il 10 Maggio 2012 - 09:07 OLTRE 6 MESI FA

SIENA – Tremano le stanze del potere nella rossa toscana. All’indomani del blitz della Finanza nella sede dell’Mps a Siena, Roma, Firenze, Milano, Padova e Mantova e nelle abitazioni di dirigenti e funzionari rimane l’interrogativo su cosa nello specifico indaghi la procura di Siena nella sua inchiesta per aggiotaggio sul reperimento dei fondi per l’acquisizione di Antonveneta. ”L’indagine è a 360 gradi e si sta valutando anche l’ipotesi che la Banca Mps possa essere stata danneggiata”, ha detto il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Siena, Gianpaolo Mazza. ”L’indagine riguarda solo l’acquisizione di Antonveneta – ha ribadito Mazza – E’ un’operazione complessa. Si deve verificare se l’acquisizione ha portato tutti gli altri effetti che si sono verificati nel mercato”.

”Tra le piste investigative – ha continuato Mazza – c’è anche quella che Mps possa essere stata vittima. Nessuno vuole affossare la Banca. Qualcuno potrebbe averla danneggiata, ma ci sta anche che le procedure siano state tutte corrette. L’indagine è a 360 gradi e punta ad accertare tutto”.  Mazza ha poi spiegato che le perquisizioni sono concluse e che l’acquisizione dei documenti sia cartacei sia informatici e’ terminata e che ora le carte saranno analizzate dagli esperti del Nucleo valutario della Guardia di Finanza di Roma.

Stefania Tamburello sul Corriere della Sera scrive che la magistratura si sta muovendo in base a due ipotesi che tirano in ballo, l’una la Consob, l’altra la Banca d’Italia. Quanto alle manipolazioni di mercato, che è il vecchio reato di aggiotaggio, tutto risale, si legge sul “Corsera”, alle segnalazioni alla magistratura dell’Autorità guidata da Giuseppe Vegas sull’andamento del titolo Mps il 9 gennaio scorso, quando dopo un tonfo di quasi il 14% è rimbalzato quasi di altrettanto. Il sospetto, che la magistratura dovrà appunto verificare, è che si sia trattato di un rialzo “guidato” dalla stessa banca e dal suo maggiore azionista per evitare di appesantire le garanzie date su prestiti contratti con altre banche.

La seconda questione invece, come scrive sul Sole 24 Ore Cesare Peruzzi, riguarda il prestito Fresh del 2008 di Banca Mps da 1 miliardo: bond ibrido, di durata perpetua, rimborsabile solo con azioni Montepaschi allo scattare di una determinata soglia di prezzo in Borsa (sopra i 5 euro). Tutte le azioni emesse al servizio del prestito, equivalente a un vero e proprio aumento di capitale ai fini del patrimonio di vigilanza, furono comprate da Jp Morgan, anche se il rischio di credito è rimasto in campo al Montepaschi e il bond fu emesso fiduciariamente dalla filiale lussemburghese di Bank of New York.

Di quel Fresh, spiega ancora Peruzzi sul Sole 24 Ore, la Fondazione Mps acquistò titoli per 490 milioni, attraverso Credit Suisse (300 milioni) e Mediobanca (190) milioni, perchè non voleva diluire il 56% di Rocca Salimbeni in portafoglio. Per lo stesso motivo, sempre nella primavera del 2008, sottoscrisse pro quota (3 miliardi) l’aumento di capitale della banca da 5 miliardi, finalizzato all’acquisto di Antonveneta, costato 9 miliardi cash, finiti nelle casse del Santander che in pochi realizzò una plusvalenza di circa 3 miliardi.

La magistratura, quindi, vuole ricostruire quei passaggi e vuole anche capire se l’andamento del titolo Mps, nei mesi scorsi (arrivò sotto la soglia dei 20 centesimi per poi risalire sopra 0,40 euro), sia stato determinato da comportamenti scorretti. Come conclude Peruzzi nel suo articolo: il nodo Antonveneta è arrivato al pettine di Siena.

Crolla in Borsa. Mps brucia i guadagni messi a segno da gennaio a marzo e piomba nuovamente a quota 0,22 euro (oggi -3,86%). Le azioni del Montepaschi nel corso dei primi mesi dell’anno avevano messo a segno, infatti, un balzo del 100% (dal 9 gennaio al 10 marzo) fino a toccare un massimo di 42 centesimi per azione (12 marzo). La soglia dei 30 centesimi era ritenuta fondamentale nell’ambito del piano per la ristrutturazione del maxi-debito della Fondazione Mps esposta verso un pool di banche per circa un miliardo di euro.

Profumo: “Non rallenterà il nostro lavoro”. L’indagine avviata su Banca Monte dei Paschi ”non rallentera’ il lavoro del Cda, ma anzi lo accelerera”’. Lo ha detto il presidente della banca, Alessandro Profumo, auspicando che l’inchiesta possa chiudersi ”nel piu’ breve tempo possibile”.