Mps, Fondazione: Antonella Mansi si dimette. Ma niente accordo per sostituirla

di redazione Blitz
Pubblicato il 30 Luglio 2014 - 07:34 OLTRE 6 MESI FA
Mps, Fondazione: Antonella Mansi si dimette. Ma niente accordo per sostituirla

Mps, Fondazione: Antonella Mansi si dimette. Ma niente accordo per sostituirla

SIENA – Antonella Mansi si è dimessa da presidente della Fondazione Mps, ma a Siena è ancora lotta senza quartiere coi veti incrociati della politica, o meglio quelli della guerra per bande all’interno del Partito democratico, che non hanno trovato l’accordo per la nomina di un sostituto. La riunione della Deputazione generale di martedì 29 aprile che doveva procedere alla nomina del nuovo presidente e della Deputazione amministratrice è stata aggiornata al 22 agosto, ma la serata ha avuto un epilogo ancora più clamoroso con le dimissioni, “irrevocabili” di Mansi a partire dal primo agosto.

Una decisione che spiega meglio le parole di Sergio Betti, uno dei deputati, che uscendo da Palazzo Sansedoni aveva detto ai cronisti: la Fondazione “è lo specchio del caos che c’è fuori”, in città. “Una figura terribile” ha aggiunto un altro consigliere. Tra le ipotesi c’è ora anche lo spettro del commissariamento. Proprio Mansi aveva chiesto al ministero dell’Economia una proroga della sua presidenza fino al 31 luglio convinta, forse, che per quella data la Deputazione generale avrebbe trovato un accordo sul suo sostituto. Ma così non è stato.

Non è chiaro cosa accadrà: il Mef potrebbe anche decidere di far arrivare la Fondazione Mps al 22 agosto, lasciando la possibilità ai consiglieri di scegliersi un nuovo presidente. Ma incombe l’ipotesi del commissario, che di solito arriva “per gravi motivi” (e la mancanza di un presidente potrebbe rientrare tra questi) per guidare la transizione.

Martedì, uno dietro l’altro sono stati bruciati tutti i nomi ventilati e anche quelli proposti ufficialmente. All’ingresso della Deputazione qualche consigliere aveva ipotizzato che la riunione sarebbe stata “lunga”, nonostante Bettina Campedelli, 52 anni, docente all’Ateneo di Verona e attuale componente della Deputazione generale, fosse data come una candidata intorno alla quale era possibile trovare la maggioranza necessaria, 11 consiglieri sui 14 che compongono la Dg.

Contro di lei, considerata vicina agli uomini del sindaco Bruno Valentini, ma che piaceva anche a Mansi, è stato proposto il curriculum di Marcello Clarich, 57 anni, docente alla Luiss, già ordinario all’Università di Siena. Un nome “di alto profilo”, ha detto la consigliera indicata dalla Provincia, vicina all’ex sindaco Franco Ceccuzzi, presentandolo.

La seduta è stata quindi sospesa per un’ora: era già chiaro che nessuno dei due nomi avrebbe mai raggiunto la maggioranza. Al rientro a Palazzo Sansedoni la decisione di mettere ai voti i due nomi con un risultato che non lasciava spazio alle mediazioni: 5 voti per Campedelli, 5 per Clarich, 2 bianche, 1 consigliere collegato in video conferenza che al momento del voto non era rintracciabile e la Campedelli che chiaramente si è astenuta.

A niente, insomma, sono servite le riunioni tra i vari esponenti del Pd che si sono tenute anche in mattinata. Siena proprio non ce la fa ad uscire dalla palude nella quale da anni si è infilata e che ha portato la città a perdere, via via, ogni riferimento: la banca, la stessa Fondazione, le società sportive. Ora anche l’uscita definitiva di Mansi che pure ha salvato l’Ente dal fallimento: lei aveva annunciato due mesi fa l’indisponibilità a un nuovo mandato. Ma a Siena non sono bastati 60 giorni per trovare un’intesa su un nome che la sostituisse.