Munters Chiusavecchia: multinazionale nelle valli imperiesi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Febbraio 2016 - 14:25 OLTRE 6 MESI FA
Munters Chiusavecchia: multinazionale nelle valli imperiesi

Munters Chiusavecchia: multinazionale nelle valli imperiesi

IMPERIA – Munters Italia, multinazionale svedese leader nella gestione del clima nei grandi ambienti (fabbriche, allevamenti, serre…), ha il suo quartier generale a Chiusavecchia, paesino immerso nelle bucoliche e remote valle dell’Impero. Lavoro, tecnologia, innovazione, crescita sostenibile, rispetto per l’ambiente: tutto questo significa Munters, marchio di garanzia hi-tech con il cuore sprofondato tra ulivi e vigneti, boschi e torrenti.

Una specie di mosca bianca industriale: vocazione globale, mente a Stoccolma, appunto cuore pulsante in Liguria, dove impiega 200 dipendenti durante i picchi di produzione. Munters Italia ha ottenuto ottimi risultati in un momento di profonda crisi economica globale.

La valle imperiese restituisce il volto buono di una Liguria metalmeccanica che non ci si aspetta, a Chiusavecchia, a Pieve di Teco. E che macina ricavi e utili: più di mezzo miliardo di fatturato l’anno scorso. Il 2015 ha chiuso con un più 17 % contro una media settoriale dell’8%), con la pazza idea di aggredire il mercato per raddoppiare il fatturato entro il 2018.

Munters – fondata come azienda nel 1955 dal geniale inventore svedese Carl Munters – è divisa in tre “business area” (AirtT per il trattamento dell’aria, AgHort e ME ovvero mist eliminators filtri per l’ambiente): AgHort in particolare si occupa della gestione del clima all’interno dei grandi allevamenti e delle serre e ha sede appunto lungo l’asse della statale 28, sotto il borgo di Chiusavecchia.

Il fatturato di questa divisione, agricoltura e orticoltura, è di 140 milioni di euro annui, l’80% proviene dalle esportazioni. Dei 33 milioni di euro di fatturato di prodotti che partono dall’Italia, fabbricati negli stabilimenti metalmeccanici imperiesi, più del 60 per cento transita su nave: la logistica ha dunque lo sguardo rivolto al porto di Genova. (Milena Arnaldi, Il Secolo XIX)