Italia, Ocse taglia a -1,8% le stime sul Pil 2013. No riduzioni tasse premature

Pubblicato il 29 Maggio 2013 - 12:18 OLTRE 6 MESI FA
Italia, Ocse taglia a -1,8% le stime sul Pil 2013. No riduzioni tasse premature

Italia, Ocse taglia a -1,8% le stime sul Pil 2013. No riduzioni tasse premature

PARIGI – La crisi continua a picchiare duramente: ad appena un mese dal suo ultimo rapporto sull’economia italiana, l’Ocse ritocca di nuovo al ribasso le stime sul Pil del nostro Paese, passando da -1,5% a -1,8% per il 2013, e da +0,5% a +0,4% per il 2014. Colpa del “necessario risanamento dei conti pubblici e delle restrittive condizioni di credito” che hanno contribuito ad allungare la recessione.

Recessione che, in Italia, “continuerà per tutto il 2013″, scrive l’organizzazione. Nel 2014 dovrebbe invece arrivare la ripresa, ma la crescita ”resterà lenta, malgrado il rafforzamento delle esportazioni e il minore consolidamento”.

La ricetta anti-crisi, prescritta all’Italia dall’Ocse è di ”consolidare le riforme positive per la crescita” ed ”evitare riduzioni premature delle tasse”.

”Nonostante una crescita molto debole e prospettive scarse per il 2013, il deficit italiano continuerà a diminuire”, ammette l’Ocse che stima per il nostro Paese un rapporto deficit/Pil al 3% per quest’anno e al 2,3% per il prossimo. Il debito pubblico, calcolato secondo la definizione di Maastricht, sara’ invece in aumento: sempre secondo le stime Ocse, passera’ dal 127% del Pil nel 2012 al 131,7% nel 2013 e al 134,3% nel 2014.

Queste stime, precisa l’organizzazione, ”attribuiscono un impatto cumulativo sul Pil 2013-2014 solo dello 0,5%” al piano del governo per pagare i debiti delle pubbliche amministrazioni con le aziende private, ”anche se alcune stime sono molto più alte”. Questo perché ”l’impatto complessivo di questa misura è incerto – il governo stesso dovrà contrarre prestiti per ottenere i fondi necessari, potenzialmente lasciando fuori altro debito”.

Inoltre, sottolinea ancora l’Ocse, ”l’azione di prestare fondi del governo centrale a enti sub-nazionali perché paghino i loro arretrati può indebolire l’incentivo per gli enti sub-nazionali a rispettare i vincoli di bilancio”.

Sulla recessione “l’atteggiamento delle banche” pesa più del rigore fiscale che “sta finendo”, ha sottolineato Pier Carlo Padoan, capo-economista e vice-segretario Ocse, in occasione della pubblicazione dell’Outlook semestrale. Sul peggioramento delle prospettive incide di più la stretta creditizia, “perché le banche che devono aggiustare i bilanci ricapitalizzandosi, di fatto impediscono che la politica monetaria molto espansiva della Bce – potrebbe esserlo anche di più – si traduca in uno stimolo all’economia reale. È un freno che non sarà eliminato finché le banche avranno problemi di ricapitalizzazione”, spiega Padoan.