Ocse: Italia in ripresa, ma il Pil procapite è a livelli 20 anni fa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Febbraio 2017 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’Ocse rivede all’insù le stime del Pil dell’Italia: l’economia italiana, secondo le previsioni dell’organizzazione parigina, crescerà nel 2017 ad un tasso dell’1%, che si confermerà anche nel 2018. Per il 2016 la stima è di un Pil in aumento dello 0,9% (come l’Istat). In base alle proiezioni aggiornate al 20 gennaio, prima dell’annuncio della manovra correttiva, il deficit dovrebbe attestarsi al 2,3% nel 2017 e al 2,2% nel 2018. Nello stesso biennio, dovrebbe lentamente scendere anche il debito. Dopo il rialzo al 132,8% previsto nel 2016, si attesterà al 132,7% del 2017 e al 132,1% del 2018.

Nel Rapporto dedicato al nostro Paese, riportato da Uomini e Business, si afferma che l’economia italiana

“è in via di ripresa dopo una lunga e profonda recessione. A migliorare la situazione hanno contribuito le riforme strutturali, le politiche monetarie e di bilancio accomodanti e i prezzi contenuti delle materie prime”. Allo stesso tempo, tuttavia, si sottolinea che che “la ripresa è debole e la produttività continua a diminuire”.

La politica di bilancio italiana

“è appropriata, a condizione che il margine di manovra disponibile sia utilizzato per sostenere politiche che consentano di ottenere una crescita più rapida e sostenibile”, afferma ancora l’Ocse,

evidenziando che il margine esiste grazie al calo della spesa per interessi e andrebbe ora usato per potenziare gli investimenti pubblici, crollati del 30% da inizio crisi. Le priorità sono trasporti e infrastrutture, edilizia antisismica, spese per istruzione e assegni familiari, “basse per un Paese Ocse”.

L’Italia sta lentamente uscendo da una lunga e profonda recessione, grazie a una serie di riforme strutturali – come il Jobs Act che ha contribuito a far aumentare l’occupazione e i consumi – e di politiche monetarie e di bilancio accomodanti oltre ai prezzi contenuti delle materie prime. A dirlo è uno studio dell’Ocse secondo cui quest’anno e il prossimo l’economia italiana crescerà dell’1 per cento (dato corretto al rialzo), contro il +0,9 per cento del 2016 (dato confermato ieri dall’Istat).

La ripresa italiana resta tuttavia debole e la produttività continua a diminuire a causa di uno scarso livello d’investimenti e del difficile contesto internazionale. Inoltre i vantaggi della crescita non sono abbastanza condivisi nell’insieme del Paese. Le inefficienze dell’amministrazione pubblica e del sistema giudiziario, e uno scarso livello di concorrenza in alcuni settori, ostacolano il dinamismo imprenditoriale. Il rifiuto della riforma costituzionale in occasione del referendum nel dicembre 2016 è un fattore che rischia di rallentare il processo delle riforme, ammonisce l’Ocse.

Nel suo discorso pronunciato a Roma per presentare il rapporto, il Segretario Generale dell’OCSE, Angel Gurría, insieme al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan (nella foto), ha sottolineato che: «le importanti riforme di questi ultimi anni iniziano a dare buoni risultati. L’economia si sta gradualmente riprendendo, ma rimangono ancora complessi problemi da affrontare. Per aumentare il benessere di tutti gli italiani, è essenziale che il processo di riforme prosegua e che le nuove misure siano attuate pienamente ed efficacemente».

Secondo Angel Gurría, le quattro principali sfide che il Paese deve affrontare sono: la crescita della produttività e degli investimenti; il risanamento del sistema bancario; il sostegno all’occupazione insieme al miglioramento delle competenze; e la riduzione della povertà, in particolare tra i giovani, il cui reddito ha registrato la maggiore diminuzione a partire dalla crisi.

Il Segretario Generale Angel Gurría ha inoltre precisato che: “Il Jobs Act è un’importante riforma economica e sociale poiché ha consentito di far fronte al dualismo del mercato del lavoro, che tutela chi ha già un posto di lavoro sicuro ma esclude chi è fuori da tale mercato, come i giovani e le persone meno qualificate. Tale riforma ha inoltre permesso di introdurre un moderno meccanismo di assicurazione contro la disoccupazione. Per migliorare il livello di competenze di lavoratori e studenti, fa notare il Segretario Generale dell’OCSE, è necessario attuare appieno le misure previste in materia di assistenza per la ricerca di impiego e di formazione, e la riforma dell’istruzione, La Buona Scuola”.