Lingotti in valigia verso la Svizzera: contro Monti tornano gli spalloni

Pubblicato il 3 Gennaio 2012 - 11:15 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Le trasferte di oro dall’Italia alla Svizzera sono aumentate del 152 per cento a settembre del 2011, rispetto allo stesso mese del 2010. Un vero e proprio boom nell’export dell’oro che gli italiani, timorosi di un default dell’euro e della patrimoniale prevista dalla manovra economica di Mario Monti, hanno prontamente messo in valigia e portato al sicuro oltralpe. Tornano così gli spalloni, pronti a portare ricchezze e finanze verso la Svizzera, sistema preferito dall’evasione che non lascia traccia del passaggio di oro, diamanti o denaro dall’Italia verso la sicura Lugano. Anche Montecarlo è una meta ambita per portare al sicuro in capienti valige i pesanti lingotti.

Solo un mese prima, nell’agosto del 2011, l’incremento dell’export era stato del 141 per cento rispetto all’agosto del 2010. La stima di oro greggio non monetario in Italia nel 2011 ammonta a 1000 tonnellate e la media mensile di oro esportato è di 9 tonnellate. Nel terzo trimestre del 2011, rispetto al 2010, il commercio mondiale di oro è aumentato del 33 per cento. Il “peso” dell’oro nell’export dall’Italia alla Francia nell’ottobre del 2011 era dello 0,5 per cento, contro lo 0,8 per cento dell’export dall’Italia alla Svizzera.

La domanda di oro nel mondo dipende anche dal suo utilizzo. Nei paesi in via di sviluppo la domanda è carente per la gioielleria, con appena qualche milione di once, per i paesi sviluppati è di circa 48 milioni di once l’oro destinato a diventare un gioiello. La richiesta di oro invece cresce sempre più per l’elettronica, le protesi dentarie ed altri usi, con la domanda che si attesta tra i 60 ed i 70 milioni di once.