Padoa Schioppa: “In Tremonti rivedo la stessa linea di Prodi”

Pubblicato il 3 Settembre 2010 - 11:47 OLTRE 6 MESI FA

“Nei prossimi mesi le tensioni aumenteranno”. E’ la previsione dell’ex ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa, in un’intervista al Sole 24 Ore, in cui precisa che l’origine di queste tensioni deriverà da una diversa visione della crescita tra Stati Uniti ed Europa.

”Gli Stati Uniti puntano sullo stimolo della domanda – afferma – con strumenti fiscali e monetari. L’Europa guarda più all’equilibrio monetario e fiscale e non condivide l’idea che si possa, a qualunque costo, ritornare alla crescita pre-crisi. Mi aspetto che nei prossimi mesi le tensioni aumenteranno: gli americani premeranno sugli altri Paesi avanzati per perche’ stimolino la crescita, le divergenze di crescita e di politiche monetarie avranno riflessi sui cambi, le pressioni sulle banche centrali che non vogliono fare un’aggressiva politica espansiva aumenteranno”.

Secondo Padoa-Schioppa ”l’alto grado di accordo internazionale che c’è stato nella fase più acuta della crisi oggi non ci sia più”. L’ex ministro sostiene che la linea seguita dall’Europa sia migliore di quella degli Stati Uniti, perchè ”sono convinto – dice – che ci sia un limite agli stimoli macroeconomici” e quelli fiscali stanno esaurendo il loro effetto.

Padoa Schioppa, poi, suggerisce di pensare ad una crescita sostenibile che non tralasci la sostenibilità ambientale, l’uso delle risorse naturali e tenga conto delle diseguaglianze sociali. Sul piano interno, l’ex ministro condivide la linea adottata da Tremonti che sta agendo in ”una continuità con il governo Prodi”. Il ministro dell’Economia, per Padoa Schioppa, ”è stato sin dall’inizio consapevole che l’Italia non aveva margini di manovra”.

Anni fa, i miei amici del Tesoro francese mi dicevano che il loro atteggiamento verso gli interlocutori era: ‘La risposta è no; ma, ricordami, qual era la domanda?’. Non ci sono dieci modi per tenere a posto i conti”.

Infine l’ex ministro spiega il caso Fiat: “Marchionne ragiona in una logica globalizzata e ha gettato un sasso nello stagno. È presto per dire quale sarà l’esito della vicenda. Di certo lo stato sociale, comprendendo in questo anche una tutela forte del lavoro, è una splendida caratteristica dell’economia europea”.

“Non c’è alcuna altra parte del mondo che abbia realizzato un simile progresso, neppure tra i paesi industriali avanzati. Non credo che la globalizzazione ponga il dilemma se deindustrializzarsi o smantellare lo stato sociale. Penso che sia possibile evitare sia l’una che l’altra di queste due sciagure. E ci sono esempi in Europa che lo confermano: la Germania, i paesi nordici. Lì è rimasta una industria manifatturiera competitiva e c’è uno stato sociale anche più avanzato del nostro. E sono paesi dove il movimento sindacale è molto forte”.