Sopra i 50 euro pagamento elettronico? Negozi troppo arretrati, banche troppo avide

Pubblicato il 7 Settembre 2012 - 10:47 OLTRE 6 MESI FA
LaPresse

ROMA – Da una parte il ministro Corrado Passera, dall’altra il suo sottosegretario Claudio De Vincenti e in mezzo i pagamenti oltre i 50 euro, da farsi con o senza bancomat. A poche ore dall’ultimo annuncio che vorrebbe convertire gli italiani al pagamento elettronico (“da luglio 2013 oltre i 50 euro i negozianti saranno obbligati ad accettare pagamenti via bancomat o carta”) Passera ci crede ancora: “Spingeremo per una diffusione sempre più ampia della moneta elettronica perchè poche cose contrastano illegalità ed evasione, però naturalmente questa diffusione dev’essere tollerabile in termini di costi e gestita in maniera saggia in termini di tempistica”.

Ma come spesso succede non si fa neanche in tempo ad annunciare una novità che già viene messo in discussione tutto: la soglia potrebbe essere più alta dei 50 euro, l’obbligo potrebbe essere modulato diversamente, l’introduzione della norma potrebbe slittare al 2014. A fare da spandinebbia c’è il sottosegretario allo Sviluppo De Vincenti: “Stiamo lavorandoci sopra ma non c’è nulla di definito né sulla soglia né sui tempi. Si ragiona sulle delle ipotesi, si correggono, si cambiano, si abbandonano. Stiamo lavorando”.

Del resto già la norma così come è stata presentata può essere suscettibile di variazioni non indifferenti: sopra i 50 euro può essere obbligatorio per il commerciante accettare il pagamento elettronico, lasciando libero il cliente di scegliere se tirare fuori le banconote o il bancomat, oppure può diventare obbligatorio per il cliente pagare in forma elettronica gli acquisti oltre i 50 euro. Nella seconda ipotesi il contante sparirebbe quasi del tutto.

Il tandem Passera-De Vincenti si propone anche di “disciplinare l’estensione a importi inferiori a 50 euro a strumenti di pagamento con tecnologie mobili”. Si parla, in parole povere, dei pagamenti via telefonino, sempre più diffusi fuori dall’Italia. E’ l’ultima frontiera della moneta elettronica.

Ma per rendere tutto ciò possibile qualcosa si deve fare per modernizzare la tecnologia a disposizione dei commercianti. Sono passati 40 anni dall’arrivo in Italia delle carte di credito, 30 dalla diffusione del bancomat. Eppure per molto tempo il mancato collegamento dell’esercizio con la linea telefonica ha reso impossibile pagamenti alternativi al contante. Ora il territorio è quasi al 100% coperto dalla rete telefonica, fissa o mobile, e in più c’è la near field communication che permette di pagare con il proprio cellulare, passandolo su un’apposita piastra.

Resta un’arretratezza nella diffusione di Pos e strumenti simili, colpa in parte dei commercianti, lenti nel modernizzare il proprio esercizio e non entusiasti alla prospettiva di vedersi tracciati tutti gli incassi. Ma una parte grossa di colpa ce l’hanno le banche italiane, che continuano a praticare commissioni che all’estero non hanno eguali. Commissioni eccessive al cliente che per avere bancomat o carta deve pagare per aprirsi un conto corrente. Commissioni esagerate al commerciante sulle transazioni effettuate con strumento elettronico.

Visto che i pagamenti elettronici sono destinati a moltiplicarsi in progressione geometrica, le banche non perderebbero un euro ad incentivarli abbassando le commissioni.