Pasqua, italiani rinunciano ai viaggi fuori porta. “Alberghi a rischio chiusura”

Pubblicato il 30 Marzo 2013 - 11:02| Aggiornato il 30 Novembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La Pasqua? Gran parte degli italiani, a corto di soldi, la passerà a casa: complici la crisi e il maltempo, soltanto 8,2 milioni (rispetto ai 9,5 mln del 2012) di connazionali faranno una gita fuori porta. Tutti gli altri al massimo una scampagnata, ma non dormiranno nemmeno una notte fuori casa, facendo registrare un -14,1% al settore alberghiero. Lo rivela Federalberghi secondo cui c’è il rischio che l’economia turistica torni ai livelli del dopoguerra. E nel giro di pochi mesi alcune migliaia di alberghi saranno costretti a chiudere.

A lanciare l’allarme è il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, secondo il quale “è indispensabile che Governo, Parlamento e sindacati provino a ragionare con le imprese su un piano di emergenza per salvaguardare lavoratori e aziende del settore”.

”I dati previsionali di Pasqua – osserva Bocca commentando i risultati di una indagine svolta dal 18 al 25 marzo su un campione rappresentativo di italiani – sono l’ennesima conferma di come l’Italia stia vivendo una crisi epocale, che rischia di far tornare l’economia turistica ai livelli post bellici”.

Per il presidente di Federalberghi ”la perdita di oltre il 14% di italiani che partiranno per Pasqua (rispetto a Pasqua del 2012) e il parallelo decremento del 17% del giro d’affari, costituiscono due percentuali senza precedenti per una ricorrenza tanto importante in un Paese cattolico”.

Tra coloro che si concederanno una vacanza, quasi l’88% resterà in Italia (rispetto al 90% del 2012), mentre il 12% (rispetto al 10% del 2012) andrà all’estero. Per chi resterà in Italia sarà il mare la meta preferita (34% rispetto al 37% del 2012), seguita dalle località d’arte che toccheranno il 25,5% (21% nel 2012). In leggera decrescita la montagna al 23% (rispetto al 24% del 2012).

Per chi invece opterà per l’estero, spiccano le Capitali europee con il 53,4% dei consensi (rispetto al 65% del 2012), seguite dalle località di mare con il 20% (rispetto al 21% del 2012). La casa di parenti o amici con il 28,1% sarà la struttura ricettiva preferita dai vacanzieri, seguita dall’albergo che accoglierà il 27,6% e dalla casa di proprietà al 15,6%. Un incremento significativo ci sarà nei B&B col 6,1% (rispetto al 2% del 2012). Segno che si punta al risparmio. La spesa media pro-capite si attesterà sui 317 euro rispetto ai 329 del 2012.

Il motivo non è nemmeno la Pasqua bassa, osserva Bocca: ”E non può essere una scusante credere che la Pasqua celebrata a fine marzo possa influire sui consumi turistici in quanto dalla nostra indagine risulta come addirittura il 45,2% di chi dichiara che non farà vacanze (pari ad oltre 23 milioni di connazionali) indichi nei motivi economici tale scelta”.

A questo punto è indispensabile – conclude Bocca – che Governo, Parlamento e sindacati provino a ragionare con le imprese a un piano di emergenza per salvaguardare i lavoratori e le aziende del settore se non vogliamo che nel giro di pochi mesi alcune migliaia di alberghi e centomila dipendenti cessino la propria attivita’, privando l’economia nazionale di una delle poche attivita’ in grado da sola di condizionare lo sviluppo del Paese”.