Pensionato batte il governo Renzi: “Inps gli rimborsi tutto”

di Franco Abruzzo
Pubblicato il 8 Ottobre 2015 - 18:04 OLTRE 6 MESI FA
Pensionato batte il governo Renzi: "Inps gli rimborsi tutto"

L’articolo del Secolo XIX

GENOVA – Sul blocco della perequazione delle pensioni arriva una sentenza choc del Tribunale di Genova: un pensionato dell’Amt ha “battuto” il Governo Renzi. Il Giudice del lavoro ha intimato all’Inps di versare all’autista in pensione dell’Azienda municipale dei Trasporti la parte mancante dell’adeguamento (che per un pensionato non è affatto poco: 1.800 euro maturati nell’arco di due anni). Perché è “Illegittimo rimborsare solo in parte i mancati adeguamenti Istat”.

Il giudice genovese ha applicato così la sentenza numero 70 del 2015 della Corte Costituzionale, sentenza ignorata dalla legge 109/2015 del governo Renzi che ne limita l’impatto economico. Ne ha dato notizia nel dettaglio Marco Grasso su Il Secolo XIX

Il granello nell’ingranaggio, l’uomo che è riuscito a frantumare un fragile compromesso raggiunto tra poteri istituzionali, sorride soddisfatto: «Io sono nato sindacalista. Combatto per i diritti dei lavoratori da quando sono nato. Il mio esempio ora potrà essere seguito da altri, se lo vorranno».

Giuliano Brighenti, 67 anni, ex autista Amt, ha in mano l’ingiunzione – la prima a Genova e una delle prime in Italia – con cui il tribunale di Genova obbliga l’Inps a corrispondergli l’adeguamento all’inflazione della sua pensione. Tutta, per intenderci, non solo la percentuale prevista dal governo Renzi, costretto a mettere una pezza alla bocciatura della Corte Costituzionale senza aprire una voragine nei bilanci dello Stato.

Se quei rimborsi fossero pagati tutti insieme la tenuta dei conti pubblici potrebbe essere messa seriamente a rischio. Ecco perché nasce il nuovo provvedimento: i rimborsi ci saranno, ma riguarderanno integralmente solo chi ha entrate che arrivano fino a tre volte la pensione minima (502,38 euro lordi). A chi guadagna fra le 3 e le 4 volte quella cifra, va il 40% dei rimborsi (che riguardano gli anni 2012 e 2013).

Chi ha un emolumento fra le 4 e le 5 volte superiore, dice la norma, ha diritto al 20%, e il livello immediatamente sopra dovrà accontentarsi del 10%. Ecco, così sarebbe andata se tutti i diretti interessati avessero accettato questa soluzione ponte. Brighenti non è uno che si accontenta. Era così anche quando era ancora in forza alla sua azienda e portò avanti parecchie battaglie, fra cui quella che portò alla denuncia di casi di tossicodipendenza fra chi guidava i bus: «Ci sono in gioco i diritti di molte persone. E non stiamo parlando di dirigenti».

Così, il 4 settembre scorso, il giudice del lavoro Alessandro Barenghi (il più anziano magistrato del collegio), dà ragione a Brighenti (difeso dall’avvocato Andrea Rossi Tortarolo) e intima all’Inps di versargli la parte mancante dell’adeguamento, che per un pensionato non è affatto poco: 1.800 euro maturati nell’arco di due anni.

A Genova sono migliaia le persone potenzialmente interessate da questa sentenza. È un caso pilota? Non è detto. Ad aprire la strada erano state due istanze accettate dal tribunale di Napoli. Ma nel capoluogo ligure sembra regnare la confusione interpretativa: cinque giorni dopo i tre colleghi di Brighenti, che avevano presentato casi simili in tutto e per tutto, nello stesso collegio ma con giudici diversi, si sono visti respingere la richiesta di ingiunzione.