Pensioni, ecco i nomi dei 48 deputati che vogliono espropriarle, la Meloni…

di Pierluigi Franz
Pubblicato il 30 Maggio 2017 - 08:36 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni, ecco i nomi dei 48 deputati che vogliono espropriarle, la Meloni...

Pensioni, ecco i nomi dei 48 deputati che vogliono espropriarle, la Meloni… (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Pensioni. Allarme rosso. Ci sono 48 deputati che ve la vogliono portare via, vogliono cambiare la Costituzione per espropriarvi. Pensionati, segnatevi i loro nomi e se saranno fra i vostri candidati alle prossime elezioni, guardatevi bene dal votarli: vogliono portarvi via la pensione. Ecco il loro nomi. Sono quelli che agli atti della Camera dei Deputati figurano come firmatari di un disegno di legge costituzionale, distinto dal numero 3478, così definito:

PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE MAZZIOTTI DI CELSO ed altri: “Modifica all’articolo 38 della Costituzione per assicurare l’equità intergenerazionale nei trattamenti previdenziali e assistenziali”.

MAZZIOTTI DI CELSO Andrea; BIANCHI Dorina; CAPEZZONE Daniele; CATALANO Ivan; LIBRANDI Gianfranco; MELONI Giorgia; NESI Edoardo; QUINTARELLI Giuseppe Stefano; RAVETTO Laura; RICHETTI Matteo; RIZZETTO Walter; TINAGLI Irene; ASCANI Anna; BERNARDO Maurizio; CALABRIA Annagrazia; CENTEMERO Elena; D’AGOSTINO Angelo Antonio; DAMBRUOSO Stefano; DI MAIO Marco; FAMIGLIETTI Luigi; FERRARI Alan; GALGANO Adriana; GASPARINI Daniela Matilde Maria; LATTUCA Enzo; MELONI Marco; MENORELLO Domenico; MISURACA Dore; MOLEA Bruno; MUCCI Mara; OLIARO Roberta; PINNA Paola; RABINO Mariano; SOTTANELLI Giulio Cesare; VECCHIO Andrea; VEZZALI Maria Valentina

A tale disegno di legge si aggiunge quella col numero 3858, “Modifica all’articolo 38 della Costituzione per assicurare l’equità e la sostenibilità dei trattamenti previdenziali”, firmata da

PREZIOSI Ernesto; BRAGANTINI Paola; CAPONE Salvatore; CASATI Ezio Primo; DONATI Marco; IORI Vanna; MANFREDI Massimiliano; MINNUCCI Emiliano; PICCOLO Salvatore; ROTTA Alessia; RUBINATO Simonetta; VENITTELLI Laura; ZAMPA Sandra

Entrambe le proposte mirano alla modifca dell’art. 38 della Costituzione.

La 3478 vuole che

1. Il quarto comma dell’articolo 38 della Costituzione è sostituito dal seguente:

«Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi e istituti predisposti o integrati dallo Stato secondo princìpi di equità, ragionevolezza e non discriminazione tra le generazioni».

La 3858 vuole che

1. Dopo il secondo comma dell’articolo 38 della Costituzione è inserito il seguente:

«Il sistema previdenziale è improntato ad assicurare l’adeguatezza dei trattamenti, la solidarietà e l’equità tra le generazioni nonché la sostenibilità finanziaria».

Il senso è: tagliamo le pensioni dei pensionati di oggi, così avremo soldi per quelli di domani. Il ragionamento è pura demagogia, una presa in giro per i giovani. I soldi tolti ai pensionati di oggi, per quanti anni e per quanti pensionati del futuro potranno bastare?

Ispiratore o comunque fonte di ispirazione per questi deputati sembra essere il presidente dell’Inps Tito Boeri, una delle tante nomine sbagliate fatte da Matteo Renzi. Invece di distinguere la gestione pensionistica dei lavoratori dipendenti del privato dal disastro provocato sui conti Inps dagli interventi dello Stato sociale e dell’assorbimento della previdenza dei dipendenti pubblici, si è messo a testa bassa studiare come fottere quelli che i contributi li hanno versati davvero o che comunque hanno beneficiato di condizioni particolari per l’uscita garantite da leggi dello Stato. Vuole accreditarsi come leader di una nuova sinistra sinistra?

Farebbe bene a ricordare che i lavoratori sono andati in prepensionamento non per scelta ma per condizioni di miglior favore concesse da quello stesso Stato che oggi le vuole rinnegare, vuoi per accelerare il ricambio generazionale in settori come le Ferrovie o Alitalia, vuoi per risolvere problemi di aziende in crisi, a cominciare dai giornali. Le aziende non erano in crisi per colpa dei lavoratori ma dei suoi amici imprenditori, quegli stessi che oggi dimenticano e vorrebbero mandare i vecchi a chiedere l’elemosina, ignorando che i marciapiedi sono tutti già occupati da mendicanti organizzati dal racket.

La beffa ulteriore è che primo firmatario del progetto di legge 3478 è il deputato Andrea Mazziotti di Celso, di Scelta Civica, il partito  fondato da quel Mario Monti, colui che più di tutti porta la colpa di averci precipitato in questo caos. Con Monti la crisi, da cui tutto il mondo stava uscendo, in Italia si è aggravata, la disoccupazione è schizzata in su e Beppe Grillo anche.

Oggi Mazziotti dice:

“Pensioni, cambiare l’art.38 della Costituzione per un sistema più equo e più favorevole ai giovani”.

Per equità va detto che l’altro ddl ha come primo firmatario uno del Pd, Ernesto Preziosi, ex Azione Cattolica.

Le altre firme sono di deputati di vari partiti, inclusa Giorgia Meloni, dei Fratelli d’Italia, che sembra non avere perso il vizietto di odiare i pensionati. Lei può anche riderci sopra: di pensioni ne ha due, sempre che Beppe Grillo quella da deputato…

Il primo allarme lo ha lanciato Affari Italiani, quando i due ddl sono approdati in commissione Affari costituzionali alla Camera:

“Nella relazione che accompagna le proposte di legge, viene ricordato come “il nostro sistema pensionistico soffre oggi il peso di tre fattori concomitanti: la bassa età effettiva di uscita dal mercato del lavoro, il bassissimo tasso di occupazione per i lavoratori tra i 60 e i 64 anni e il fatto che ancora oggi molti pensionati ricevano pensioni generose, nonostante un basso livello di contributi versati. A ciò si aggiungano le carriere lavorative e dunque contributive instabili o scarsamente remunerative dei più giovani che rischiano di non maturare i requisiti minimi per la pensione contributiva anche dopo anni di contributi elevati.

Il presidente dell’Inps ha addirittura ipotizzato che “i trentenni di oggi potrebbero essere costretti ad andare in pensione a 75 anni per ricevere, se matureranno i requisiti, una pensione inferiore del 25 per cento rispetto a quanto ricevono i pensionati di oggi”. “Esiste insomma un fortissimo rischio di discriminazione in danno delle generazioni più giovani, per le quali il versamento dei contributi rischia di risolversi in una tassazione a fondo perduto oggi, piuttosto che uno strumento di costruzione della propria rete di protezione sociale per quando concluderanno la loro vita lavorativa”, è l’allarme lanciato, che spiega e sta alla base dell’obiettivo delle due proposte di legge: “porre al centro dell’attenzione politica la tematica della non discriminazione tra generazioni”. E a questo fine vengono proposti dei semplici interventi costituzionali “per scolpire nella Carta un principio che protegga le prossime generazioni da politiche che scarichino sui figli i costi di nonni e padri.

 

“Utile ricordare che le due proposte di legge si inseriscono sia nel dibattito pubblico che nella nuova giurisprudenza della Corte. Per quanto riguarda il primo aspetto, il presidente dell’Inps Tito Boeri ha evidenziato la sperequazione tra gli assegni degli attuali pensionati calcolati con metodo retributivo, e gli assegni dei giovani che oggi lavorano. Di qui le proposte di ricalcolo, almeno parziale, delle Pensioni definite con metodo retributivo. Anche la Corte Costituzionale se in passato aveva bocciato il contributo di solidarietà alle Pensioni d’oro introdotto nel 2011, con la sentenza 173 del 2016 l’ha ammessa. Così come con la sentenza 88 del 2014 la Corte ha riconosciuto il nuovo principio della sostenibilità del debito pubblico quale responsabilità nei confronti delle generazioni future”.

Peronismo puro. E tutti possono vedere dove il peronismo ha portato l’ Italia.