Giornalisti: “Taglio pensioni sopra i 90 euro mila incostituzionale”. Il ricorso

Pubblicato il 8 Aprile 2013 - 10:01| Aggiornato il 21 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Giornalisti: “Taglio pensioni sopra i 90 mila euro incostituzionale”. Il ricorso. Il Gruppo Romano Giornalisti Pensionati interviene davanti alla Corte Costituzionale contro il taglio delle pensioni superiori a 90 mila euro lordi annui. Pierluigi Roesler Franz, presidente e legale rappresentante dell’associazione ha annunciato l’intervento presso la Consulta alla ordinanza della Corte dei Conti del Lazio (pubblicata il 20 marzo sulla Gazzetta Ufficiale).

Qual è il merito del ricorso, perché secondo i giornalisti romani la riduzione è incostituzionale? Il taglio, lo ricordiamo, è del 5% delle pensioni INPGI di importo lordo annuo superiore ai 90 mila euro e fino a 150 mila euro, nonché del 10% di quelle superiori ai 150 mila e fino a 200 mila euro e del 15% di quelle superiori ai 200 mila euro, introdotto dal governo Berlusconi con effetto dal’agosto 2011 e poi confermato dal governo Monti. Intanto, il nome del provvedimento (contributo di perequazione) smentisce la sua finalità. Non si tratta di una norma perequativa. Si tratta, secondo i ricorrenti, di un tributo, di una “in quanto si tratta di una prestazione patrimoniale obbligatoria, i cui proventi finiscono su un apposito conto dell’Erario destinato al risanamento dell’economia pubblica”.

Come tassa, poi, il contributo realizza una disparità di trattamento tale che “il prelievo è ingiustificatamente posto a carico della sola categoria dei pensionati di enti gestori di forme di previdenza obbligatoria, con conseguente irragionevole limitazione della platea dei soggetti passivi”.