Pensioni: idea nuovo scivolo esentasse per uscita anticipata

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Luglio 2016 - 09:45 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni: idea nuovo scivolo esentasse per uscita anticipata

Pensioni: idea nuovo scivolo esentasse per uscita anticipata

ROMA – Pensioni: idea nuovo scivolo esentasse per uscita anticipata. Nel pacchetto pensioni oggetto della trattativa tra Governo e sindacati per consentire maggiore flessibilità in uscita si fa strada l’ipotesi di uno “scivolo” finora inedito. In caso di accordo con il dipendente, il datore di lavoro potrebbe pagare contributi aggiuntivi ed esentasse: la differenza è che oggi questi contributi aggiuntivi sono legati necessariamente ed obbligatoriamente allo stipendio, vanno direttamente al lavoratore che prima ci paga le tasse perdendoci qualcosa e poi ci paga i contributi. In pratica, si realizzerebbe un risparmio non da poco per il lavoratore accompagnato verso l’uscita anticipata.

Le altre misure. Ufficialmente il nuovo scivolo ancora non è stato discusso. Tra le altre misure, sempre legate alla flessibilità, il capitolo più importante è l’Ape (anticipo pensionistico fino a tre anni) magari con prestito bancario, quindi l’estensione della no-tax area (aumento della soglia sotto la quale non si paga un centesimo di tasse). Poi si discuterà dell’allargamento della quattordicesima ad altri due milioni di persone con redditi bassi, un assegno magari un po’ più leggero di 500 euro.

Lavori usuranti. “Ci sarà un intervento” per i lavoratori usuranti: lo ha detto il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, al question time. E’ in corso una “verifica sulla possibilità di effettuare una rivisitazione dei criteri di adeguamento all’aspettativa di vita, in particolare per chi svolge lavori usuranti”, ha detto il ministro, richiamando anche “alla discussione aperta con le organizzazioni sindacali sulle tematiche previdenziali”.

Ieri il sottosegretario alla presidenza del consiglio Tommaso Nannicini ha incontrato i deputati della sinistra Pd. «Dobbiamo accelerare — ha detto — tutti ci auguriamo che a settembre ci sia qualcosa da firmare insieme ai sindacati». Nannicini, però, non ha risposto quando il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano gli ha detto che per il pacchetto pensioni servirebbero «2 miliardi di euro». L’intenzione del governo è di restare sotto il miliardo e mezzo e i tagli alle stime di crescita di questi giorni potrebbero portare l’asticella ancora più in basso. (Lorenzo Salvia, Corriere della Sera)