Pensioni a rischio? Il buco è tra gli statali: meno assunzioni, meno contributi

Pubblicato il 11 Luglio 2012 - 09:48 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il buco nei conti dell’Inps, 6 miliardi di rosso che fanno temere per le pensioni, non è certo una sorpresa. Per Elsa Fornero e per il presidente del super ente Antonio Mastrapasqua non c’è nulla di cui preoccuparsi perché la sua sostenibilità, la sua capacità di pagare le pensioni “è stata certificata da tutte le riforme che sono state fatte da ultima quella Monti-Fornero che ha avuto il gradimento della Commissione Europea , dell’Ocse, della Banca d’Italia”. Per Mastrapasqua non c’è problema, per il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza sì, al punto che suggerisce al Governo interventi correttivi immediati per non mettere a rischio le pensioni.

Da dove viene il buco si sa: con l’accorpamento deciso nel decreto salva-Italia, la superInps si è accollata la gestione dell’Inpdap, l’istituto che pagava le pensioni dei dipendenti della pubblica amministrazione. In dote, l’Inpdap ha portato 13 miliardi di disavanzo scesi a 6 per l’intervento dello Stato. L’ente, nato nel 1994 dalle ceneri  di Enpas, Enpdep, Inadel, e di altre sigle più piccole del pubblico, contava 3 milioni e 250 mila iscritti, occupandosi della liquidazione e del pagamento delle pensioni, dei trattamenti di fine servizio e del trattamento di fine rapporto. Ma ha offerto anche prestiti e mutui, borse di studio, stage all’estero e soggiorni per anziani e malati. Un profilo assistenziale insieme a quello previdenziale. Dal 1 gennaio 2012, con il decreto salva-Italia, è confluita nell’Inps.

Sostenibilità certificata sostiene Mastrapasqua, ma intanto quel buco ereditato è destinato ad allargarsi per effetto del blocco del turn over negli enti locali, per effetto della spending review che manda a casa dipendenti pubblici senza assumerne di nuovi. Del resto, ad oggi, nella pubblica amministrazione a ogni pensionato corrispondono solo 1,7 statali attivi. Nel frattempo, la spesa per prestazioni previdenziali e assistenziali, a causa della fusione Inps-Inpdap-Enpals , sfora ogni previsione e stima: doveva valere il 13,79% del Pil, è schizzata al 19,22%, uno spread di oltre 5 punti percentuali. E all’allarme dei conti in rosso devono aggiungersi tutte le criticità di una fusione a freddo per cui sono venute a galla diverse anomalie nella previdenza pubblica, con un’informatizzazione inesistente e talvolta contributi non pagati da parte dello Stato.

Per il leader della Cgil, Susanna Camusso, il disavanzo dell’Inpdap era ”noto, era una delle ragioni per cui obiettammo sulle forzature sulla unificazione degli istituti. L’Inpdap sono le pensioni pubbliche, non si può scaricare sulle condizioni dei pensionati e sui pensionandi”. Camusso lo ha detto ai cronisti che le chiedevano se il buco di bilancio dell’istituto potesse mettere a rischio le pensioni: ”Non si può e non si deve verificare” è la stata la sua risposta.