Pensioni, mancate rivalutazioni: a luglio forse la sentenza. Ma il blocco peserà per sempre sugli assegni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Giugno 2017 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni, mancate rivalutazioni: a luglio forse la sentenza. Ma il blocco peserà per sempre sugli assegni

Pensioni, mancate rivalutazioni: a luglio forse la sentenza. Ma il blocco peserà per sempre sugli assegni

ROMA – Pensioni, mancate rivalutazioni: a luglio forse la sentenza. Ma il blocco peserà per sempre sugli assegni. Si prospetta un agosto caldo per la politica italiana alle prese con una ormai probabilissima estate elettorale: a luglio (ma potrebbe scalare a settembre) i giudici della Corte Costituzionale potrebbero aver irrogato l’attesa sentenza sulle mancate rivalutazioni delle pensioni imposte dalla legge Fornero, quel blocco della perequazione sugli assegni più alti sul quale pende già un giudizio di incostituzionalità provvisoriamente temperato dal governo Renzi che aveva rimodulato il blocco.

Nel 2015, una sentenza (la numero 70) della Corte Costituzionale dichiarò incostituzionale la norma, riconoscendo alle pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo, il diritto a rivalutarsi che era stato negato dalla Legge Fornero. La decisione della Consulta venne ‘neutralizzata’ in parte da un decreto del Governo Renzi che riconobbe una rivalutazione solo parziale degli assegni pensionistici, confermando il blocco totale in fatto di rivalutazione per le pensioni superiori a sei volte il trattamento minimo. Proprio su quest’ultima parte del decreto, la Corte Costituzionale, dovrà tornare a pronunciarsi vagliando i profili di legittimità costituzionale. (emutuo.it)

Ciò che devono decidere i giudici stavolta è la legittimità dei tanti ricorsi dei tribunali sulla base della violazione eventuale, da parte del legislatore, del principio di uguaglianza, della lesione del principio di capacità contributiva e della violazione di obblighi internazionali.

Il blocco della rivalutazione, è bene ricordarlo, non riguarda solo le annualità in cui è scattato ma si trascina in modo strutturale anche negli anni successivi fino al eccesso del pensionato: il blocco, infatti, riduce l’importo della pensione su cui ogni anno si applica la rivalutazione e ogni anno, quindi, l’importo emesso è sempre più basso rispetto a quello che dovrebbe realmente essere. Il blocco, anche se effettuato per soli due anni, ha un effetto definitivo sui redditi pensionistici. (InvestireOggi)