Pensioni. Proposta Tito Boeri in 5 punti. Flessibilità uscita, over 55 protetti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Luglio 2015 - 11:15 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni. Proposta Tito Boeri in 5 punti. Flessibilità uscita, over 55 protetti

Pensioni. Proposta Tito Boeri in 5 punti. Flessibilità uscita, over 55 protetti

ROMA – Pensioni. Proposta Tito Boeri in 5 punti. Flessibilità uscita, over 55 protetti. Chi deciderà di andare in pensione prima dell’età di vecchiaia dovrà subire una penalizzazione legata al periodo di anticipo di uscita dal lavoro per evitare che il costo pesi sulle generazioni future: la ricetta del presidente dell’Inps, Tito Boeri per la riforma della previdenza si basa sul sistema contributivo come l’unico in grado di introdurre nella legge Fornero una ”flessibilità sostenibile”.

Ciò non significa, ha spiegato il presidente dell’Inps che oggi ha presentato il Rapporto annuale dell’Istituto, estensione del metodo contributivo su tutti gli anni di lavoro anche per chi ha una parte del montante al momento calcolata con il retributivo, ma piuttosto collegare la penalizzazione al numero di anni per i quali si percepirà l’assegno. In pratica a parità di montante ogni anno di lavoro in meno dovrà comportare una riduzione di questi pagamenti mensili ”tenendo conto della demografia e dell’andamento dell’economia”.

Boeri inoltre ha definito ”giusto” un eventuale contributo da chi ha redditi pensionistici elevati in virtù di trattamenti molto più vantaggiosi di quelli di cui godranno i pensionati di domani. Questi i 5 punti della proposta Boeri, secondo la sintesi ragionata proposta da Alberto Magnani del Sole 24 Ore.

1) Protezione per gli over 55. Il vizio d’origine è non aver separato previdenza e assistenza. A questo proposito andrebbe introdotta una rete di protezione per i lavoratori over 55 in difficoltà (solo 1 su 10 riesce a ricollocarsi nel mercato del lavoro): rete di protezione finanziata però dalla fiscalità generale attraverso un reddito minimo garantito.

2) Unificazione (senza ricongiunzioni onerose). Con la parola d’ordine “semplificare” s’intende l’unificazione dei diversi regimi pensionistici evitando però le ricongiunzioni onerose che penalizzano i lavoratori più mobili. Evitare cioè di penalizzare chi ha avuto la sfortuna di avere contribuito “un giorno di troppo” per poter accedere al regime di cumulo delle prestazioni.

3) Rendimenti armonizzati, no trattamenti di favore. Si pensi ai vitalizi, questo il nome giusto, dei parlamentari. Boeri punta il dito contro quei rendimenti (non i contributi) assicurati da alcune categorie di lavoratori, favori che oltre ad essere iniqui si scaricano sulle casse dell’Inps.

4) Flessibilità sostenibile. E’ il punto più qualificante del superamento della rigidità imposta dalla riforma Fornero. Uscire prima dal lavoro si può ma il costo deve essere sostenuto all’interno del sistema previdenziale. Fra l’altro la misura, se l’economia va male, incentiva la riduzione dell’offerta lavorativa (accompagnata dal sostegno previdenziale) in luogo del ricorso massiccio alla disoccupazione come avvenuto per esempio negli ultimi sette anni.

Il montante cumulato nel corso della vita lavorativa può essere spalmato in pagamenti mensili in rapporto ad età e aspettativa di vita («speranza di vita residua»). I contribuenti che vanno in pensione prima dovrebbero, così, spalmare la cifra su molte più mensilità di chi va pensione dopo: ogni anno in meno corrisponde a una riduzione del pagamento mensile, tenendo conto di macro-fattori come demografia e andamento del sistema economico. (Alberto Magnani, Sole 24 Ore).

5) Non si va in pensione, ma si prende la pensione.

Il rapporto tra contribuenti e pensionati viaggiava, solo nel 2014, su una proporzione di 130 iscritti su 100 pensioni pagate. Boeri propone di «fare di necessità virtù», permettendo anche ai pensionati di contribuire al finanziamento della previdenza di chi non si è del tutto ritirato dalla vita attiva. Nel dettaglio della proposta, si parla di «offrire nuove opportunità di versare e farsi versare contributi, che poi diventeranno un supplemento alla pensione, per chi sta già percependo un trattamento previdenziale», con l’aggiunta di «contributi aggiuntivi da parte dell’azienda ai propri lavoratori». (Alberto Magnani, Sole 24 Ore)