Posto fisso: ministro Cancellieri contro i “mammoni”, Fornero gli illusi

Pubblicato il 6 Febbraio 2012 - 13:43 OLTRE 6 MESI FA

Il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri

ROMA – ”Gli italiani sono fermi, come struttura mentale, al posto fisso, nella stessa città e magari accanto a mamma e papà, ma occorre fare un salto culturale”. Sul posto fisso non è stata ancora detta l’ultima parola: nonostante le scuse del Presidente del Consiglio Monti, il suo ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri ci ha messo il carico da 90, dando ai giovani la patente di mammoni. Più sfumata, meno tranchant, il ministro del Welfare non si è sottratta al dibattito. ”Bisogna spalmare le tutele su tutti, non promettere il posto fisso che non si può dare. Questo vuol dire fare promesse facili, dare illusioni”, ha sostenuto Elsa Fornero, all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università degli Studi di Torino.

”Siamo sconcertati dalla presunta sobrietà di questo governo, che ormai ogni giorno insulta e si fa beffe di milioni di italiani, insultandoli con presunzione, dimostrando di non conoscere affatto la realtà del Paese”: come era prevedibile sono insorti gli studenti, in questo caso la Rete della Conoscenza, il network promosso da Unione degli Studenti e Link-Coordinamento universitario. Un dato conforta la loro tesi: “Nell’Unione Europea l’Italia è ormai il secondo Paese, dopo la Romania, per cittadini emigranti. Sono tantissimi i giovani coinvolti dal fenomeno migratorio, sia interno che estero. Ministro Cancellieri, altro che posto fisso a casa con mamma e papà. I giovani italiani emigrano anche troppo!”.

Azione e reazione, un gioco abbastanza stucchevole e già visto: il tema è delicato, incide sulla vita materiale delle persone, non lo si può liquidare a forza di battute, non è il caso e l’esperienza dimostra che invece di procedere nella discussione si erigono altri paralizzanti muri ideologici. E’ vero che il posto fisso è un’illusione, ma ai giovani è forse consentita l’alternativa tra posto fisso e flessibile? E’ sacrosanto constatare che la scuola non prepara alle sfide del lavoro e della competitività, ma per questo sono tutti mammoni? E ancora, serve un salto culturale, ma non è certo dalla poltrona più comoda di un ministero che si prepara il necessario trampolino e dire “culturale” vuol dire tutto, ergo niente.