Produzione industriale: -7,3% in un anno, Italia peggio di Spagna e Grecia

Pubblicato il 12 Settembre 2012 - 19:26| Aggiornato il 13 Settembre 2012 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Cala ancora la produzione industriale a luglio. Gli ultimi dati segnano un -0,2% su giugno (dato destagionalizzato). Su base annua l’indice corretto per gli effetti di calendario resta ampiamente negativo -7,3%, la contrazione a livello tendenziale prosegue ininterrotta da undici mesi. Lo rileva l’Istat.

Nella media del trimestre maggio-luglio l’indice registra una flessione congiunturale dell’1,2%, mentre guardando alla media dei primi sette mesi dell’anno la produzione risulta diminuita del 7,0% su base annua. L’Istat inoltre rileva come gli indici corretti per gli effetti di calendario registrino a luglio una crescita tendenziale per il solo comparto dell’energia (+2,4%). Cali significativi si registrano per i beni strumentali (-9,7%) e per i beni intermedi (-7,7%), mentre segnano un calo più contenuto i beni di consumo (-6,8%). Nel dettaglio l’unico settore in crescita a luglio è quello della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+3,6%). Le diminuzioni più ampie si rilevano invece per i comparti delle altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (-15,5%), della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-9,8%), dell’industria del legno, della carta e stampa (-9,7%) e della fabbricazione di mezzi di trasporto (-9,5%).

I dati Eurostat danno un contesto alla situazione italiana: siamo la maglia nera in Europa. Il calo medio nell’Eurozona, a luglio 2012, è stato del 2,3%. Va meglio nell’Europa a 27: -1,5%. Se sui 12 mesi va male, rispetto al mese di giugno 2012, ci sono piccoli segnali positivi: su dello 0,6% nell’Eurozona e del 1,1% nell’Europa a 27.

La Germania ha perso l’1,7% di produzione industriale in un anno, la Francia il 3,3%. Meglio dell’Italia addirittura Spagna e Grecia che perdono in un anno rispettivamente “solo” il 5,4% e il 5,3%. Peggio come l’Italia va solo l’Estonia, che come noi perde il 7,3%. Record positivo per la Slovacchia con un +18,4% in termini tendenziali.