Redditometro, controlli iniziano dal 2009: occhio a auto, yacht e rette d’asilo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Agosto 2013 - 08:37 OLTRE 6 MESI FA
Redditometro al via: fisco punta spese certe. Scarto 20%? Doppio contraddittorio

Redditometro al via: fisco punta spese certe. Scarto 20%? Doppio contraddittorio

ROMA –  Hai comprato un auto di lusso o uno yacht? Una villa? Pagato la retta dell’asilo nido o fatto scommesse online? Conserva scontrini e ricevute perché il 1° agosto parte il nuovo redditometro, che scandaglierà le spese di contribuenti e imprese a partire dalle dichiarazioni dei redditi del 2009.

La lotta all’evasione fiscale lanciata da Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, inizia dalle  “spese certe”. Se la differenza tra dichiarazione e spese avrà uno scarto superiore del 20%, allora scatterà l’accertamento in forma di doppio contraddittorio tra contribuente e fisco. Tra le spese certe non saranno prese in considerazione quelle per i beni di uso corrente, che verranno calcolate su media Istat e solo in un secondo momento dell’accertamento fiscale già avviato.

Mario Sensini sul Corriere della Sera spiega che le spese certe sono tutte quelle spese già note all’amministrazione fiscale e ben facili da verificare se in linea con il tenore di vita effettivo. Il nuovo redditometro, spiega Sensini, è così “più penetrante e meno aleatorio”:

“Nello stesso tempo il nuovo meccanismo prevede precise garanzie per i contribuenti, sui quali ricade l’onere della prova, con i quali il fisco instaurerà un doppio contraddittorio. Ad esser presi come riferimento per calcolare lo scarto del 20% saranno solo i redditi determinabili grazie ad elementi certi, come le spese note, e alla disponibilità di beni di cui il fisco conosce esistenza e caratteristiche, rapportati anche al reddito dell’intera famiglia”.

Gli agenti del fisco inizieranno a scandagliare i redditi del 2009, quelli dichiarati con il modello Unico 2010 o con il 730/2010, selezionando i contribuenti con gli scarti maggiori del 20% e terrà conto anche del reddito complessivo della famiglia:

“Nella selezione dei contribuenti l’Agenzia delle Entrate terrà conto anche del reddito complessivo dichiarato dalla famiglia, per evitare di avviare controlli nei confronti di contribuenti la cui capacità di spesa risulterebbe pienamente coerente a livello di reddito familiare”.

Michele Di Branco su Il messaggero spiega nel dettaglio:

“Gli interessati saranno chiamati a un contraddittorio con il fisco e fin dal primo incontro potranno dimostrare, carte alla mano, che le spese sostenute sono state finanziate con redditi che l’Agenzia non conosce perché tassati alla fonte o esclusi dalla base imponibile. Dalle bevande ai detersivi, dalla bolletta della luce alla scommessa online alla retta dell’asilo nido, dal mutuo ai Bot le fattispecie sono molte”.

Una volta che l’accertamento fiscale è partito, il contribuente dovrà presentarsi per una “chiacchierata” in cui porterà prova che le spese sostenute non superano lo scarto del 20% dal reddito, spiega Sensini:

“Trattandosi di contestazioni basate su spese certe, occorreranno prove certe: una fattura per dimostrare l’inesattezza delle informazioni del fisco, il verbale di sequestro di un mezzo per giustificare la mancata disponibilità. Sarà possibile dimostrare che le spese che risultano al fisco sono state sostenute con redditi maturati in anni diversi, o esenti, o già soggetti a imposta sostitutiva, oppure che siano state sostenute da terzi”.

Se le spiegazioni saranno ritenute soddisfacenti, il controllo finirà lì al primo incontro, scrive Sensini:

“Se il contribuente fornisce elementi esaustivi il controllo degli ispettori fiscali si chiude qui, in questa primissima fase, senza alcuna conseguenza”.

In caso contrario:

“Se le prove prodotte dal contribuente non fossero sufficienti, il fisco deciderà di andare più a fondo e chiederà conto anche delle spese più comuni, come quelle per il vitto ed i trasporti, che vengono stimate sugli indici Istat”.

Nel momento in cui il fisco terrà conto delle spese di uso comune, Sensini spiega che al contribuente non serviranno solo scontrini, ma potrebbe usare anche argomentazioni logiche:

“L’uso dell’automobile di un parente, di una mensa aziendale per i pasti. Fermo restando che sarà sempre possibile dimostrare che certe spese sono state sostenute da terzi, o affrontate con redditi esenti o per i quali non c’è obbligo di dichiarazione”.

Il fisco, per poter determinare il reddito, è obbligato ad attivare l’accertamento con adesione, spiega infine Sensini:

“Se gli ispettori non sono convinti delle argomentazioni dei contribuenti invieranno un nuovo invito al contraddittorio con la quantificazione del maggior reddito accertabile e delle maggiori imposte e la proposta di adesione ai contenuti dell’invito. Occorrerà pagare entro quindici giorni per avere le sanzioni ridotte. Oppure avviare un contenzioso, ricorrendo alla giustizia tributaria”.

Nel mirino del fisco, che lavorerà a stretto contatto con la Guardia di Finanza, lavoratori autonomi, grandi contribuenti e imprese di medie dimensioni, spiega Di Branco:

“Grandi contribuenti, imprese di medie dimensioni, imprese minori e lavoratori autonomi, soggetti che beneficiano di regimi agevolati (come per esempio enti non commerciali, onlus e società cooperative) e persone fisiche: a queste categorie verranno dedicate indagini ad hoc. Alle quali si affiancheranno attività antifrode, di contrasto all’evasione internazionale e in materia di riscossione. Particolarmente stretta la marcatura sulle imprese medio-grandi (con fatturato superiore ai 25 milioni di euro) con l’obiettivo di smascherare «pianificazioni fiscali aggressive»”.