Salone Internazionale del Mobile, prova del nove per made in Italy e Expo FOTO

di Gianluca Grigatti
Pubblicato il 20 Aprile 2015 - 17:01 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – C’è chi lo chiama con il suo nome per esteso “Salone Internazionale del Mobile“. Chi, frequentandolo abitualmente ogni anno, non lo considera soltanto un appuntamento da segnare in agenda ma quasi un amico di famiglia che, puntualmente, ti viene a trovare nelle prime calde giornate di Aprile, e a partire proprio da questa confidenza si rivolgono a lui apostrofandolo amichevolmente con il semplice nickname: “il Salone“. Infine, in virtù della propria indole anglofona, c’è chi lo chiama “Milano Design Week“, allargando lo sguardo su quei 10 giorni compresi tra la vernice della nuova interpretazione del Triennale Design Museum (quest’anno giunta alla sua ottava edizione ed incentrata sul tema “Cucine & Ultracorpi”, naturale prosecuzione dell’enciclopedica mostra “Arts & Foods. Rituali dal 1851”, ospitata anch’essa in Triennale – unico “Padiglione” di Expo presente nella città di Milano – sotto la cura di un genovese cosmopolita come Germano Celant) e l’imperdibile visita domenicale alla Galleria di Rossella Orlandi: imperdibile Wunderkammer e tappa finale di un tour che tra più di 1000 eventi disseminati tra inacessibili palazzi storici e prototipi di appartementi figli della domotica, loft/studio di architetti, designer ed artisti, e showroom per guardare geniali allestimenti o acquistare il complemento d’arredo che troneggia, con il suo protagonismo ieratico, in quella particolare vetrina, trasformano ogni anno Milano come World Design Capital Insomma, in qualsiasi modo vogliate chiamarlo chiunque si trovi a camminare per le strade di Milano in questo week-end parrà di attraversare uno stargate grazie al quale si troverà catapultato in una nuova era: un’ipermodernità liquida caratterizzata da un’unica dimensione quella del design. Un design vero ed unico. Soggetto, oggetto e contesto su cui s’innesta l’essenza stessa della nostra italianità.

Made in Italy” che rappresenta la ragion d’essere della nostra stessa esistenza: il dna della nostra unicità. Perchè un prodotto “nato” in Italia è talmente unico da far confluire nel sistema del design italiano una così grande quantità di progettisti, soprattutto dall’estero? La risposta la suggerisce IN ITALY, esperime multimediale in cui per la prima volta 64 aziende italiane decidono di configurare un unico grande progetto: raccontare al mondo in maniera corale l’Italian lifestyle, quel sistema la cui unicità consiste proprio in questa combinazione tra una tradizione artistica millenaria ed un’attività artigiana antica di secoli e su cui va ad innestarsi una produzione industriale capace di trasformare ogni progetto di design in un prodotto irripetibile.

Fortemente voluto da Federlegno Arredo Eventi, e curato dell’architetto Dario Curatolo per Four in the morning, IN ITALY vuole raccontare quello che di ogni prodotto dell’italian design molte volte s’ignora: la sua Storia. Quel making of tra realtà impreditoriale che insieme al progettista ha concepito il progetto, e capacità artigianale, culturale e territoriale che in ciascun progetto si è sintetizzata, stratificandosi in conoscenze che ancora oggi concorrono a creare quel senso di unicità che in tutto mondo è riconosciuto come tratto peculiare dell’Italian lifestyle. Per una volta i veri protagonisti non sono le archistar astri nascenti o figure consolidate nel firmamento del design internazionale, ma le imprese a cui essi devono tutto come testimoniano in maniera esemplificativa e in rappresentanza di tutta la categoria Carlo Colombo e Rodolfo Dordoni, Jean-Marie Massaud e Patricia Urquiola di cui si scorgiamo la presenza grazie agli ologrammi.

Le 64 aziende italiane coinvolte da Artemide a Valcucine, da Kartell a Seguso, da Flou a Moroso, passando per Arper e Flos, Poliform e Driade, Poltrona Frau e Luceplan, Magis e Oluce, Lema e Snaidero, arrivando fino al Gruppo Molteni, che proprio quest anno celebra gli 80 anni di fondazione con una mostra ospitata fino al 30 giugno 2015 alla Galleria di Arte Moderna di Milano si presentano attraverso un filmato, che diventa un’installazione che a sua volta diventa una App per esplorare cinque soluzioni – a Lecce, Milano, Roma, Venezia e nella Val d’Orcia – per cinque stili d’interni. E la App trasforma questa narrazione in un’esplorazione su più livelli in cui è possibile interagire con i video e gli oggetti che familiarmente contraddistinguono il nostro paesaggio domestico semplicemente toccando lo schermo così da scoprire il profilo dell’azienda, i protagonisti, la qualità artigiana che si cela dietro ogni ambientazione.

Accanto ai designer il Salone del Mobile celebra anche gli imprenditori: silenziose presenze senza i quali il Salone stesso non esisterebbe essendo il risultato di un’intuizione con cui il 24 settembre del 1961 nei Padiglioni 28 e 34 della vecchia Fiera Campionaria di Milano una piccola schiera di mobilieri, espressione dell’organismo di categoria di Federlegno (oggi Federlegno Arredo) si organizza nel Cosmit (Comitato Promotore del Salone del Mobile Italiano) per promuovere le esportazioni all’estero dei mobili e dei suoi complementi.

Da quella data è passato più di mezzo secolo e la manifestazione, giunta quest anno alla 54a edizione, è cresciuta e consolidata così tanto da abbandonare nel 2006 gli spazi urbani della Fiera Campionaria (oggi Fiera Milano City) per spostarsi nel nuovo Polo Fieristico di Rho disegnato da Massimiliano Fuksas. Sotto le vele che coprono l’asse longitudinale del Ponte dei Mari il sistema design italiano può disporre di più di 200.000 mq di superficie espositiva, contare sulla presenza di più di 2100 espositori capaci di attirare in 6 giorni (gli ultimi due dei quali aperti anche al pubblico, che si unisce agli operatori del settore dei giorni precedenti) più di 350.000 visitatori da 170 paesi. Forse è l’aridità dei numeri la vera risposta all’unicità del prodotto italiano. Suddiviso nelle 3 tipologie stilistiche( Classico, Moderno e Design), il Salone Internazionale del Mobile si articola in una serie di eventi che come vasi comunicanti diffondono la linfa del design da una parte all’altra.

Abbiamo il Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, giunto alla 29 edizione, il Salone Satellite, autentico trampolino di lancio per 700 giovani designer under 35 di tutto il mondo (selezionati da un prestigioso comitato di selezione composto da personalità di livello internazionale) e che proprio nel 2015 diventa “maggiorenne” festeggiando il traguardo delle 18 edizioni. E se il Salone del Mobile può considerarsi una sorta di prova generale dell’EXPO per quanto riguarda l’accoglienza in città delle migliaia di visitatori da tutto il mondo, il SaloneSatellite lo è per quel che concerne il tema scelto “Pianeta vita”: strettamente inerente a quello di EXPO “Nutrire il pianeta, energia per la vita” che ha preso forma nell’allestimento e nei progetti speciali realizzati per l’occasione.

Inoltre, come da 6 anni a questa parte, i 700 giovani designer selezionati non solo presentano i loro progetti, ma possono anche partecipare al concorso SaloneSatellite Award, che ogni anno premia i 3 migliori prototipi tra quelli presentati, relativi alle categorie merceologiche presenti in fiera. Quest anno, essendo un anno dispari, è la volta di Euroluce e Salone Ufficio ed i premi del SaloneSatellite Award 2015 sono stati così assegnati: il 1° premio a Xuberance Studio (Cina) per “Cloud Series Lamp”: collezione di lampade Cloud realizzate interamente con la modalità di stampa in 3D; il 2° premio a Scott Haung Kinetic (Taiwan) per “Dandelion Mirror”: uno specchio interattivo Dandelion che reagisce ai movimenti facciali di chi si specchia; ed infine il 3° premio al Viktor Legin di Studio Copper (Australia) per “Balance Pendant”: una collezione di lampade posizionabili tramite un peso, che assume l’aspetto di una scultura mobile. Contestualmente al Salone propriamente detto questo è l’anno di Euroluce in cui 475 espositori italiani ed esteri hanno messo in campo le migliori proposte del settore con particolare sia attenzione all’aspetto illuminotecnico, sia, soprattutto, ad una maggiore sensibilità ai temi ambientali (risparmio energetico e sostenibilità).

Temi che assumono un importanza fondamentale in occasione dell’anno internazionale della Luce proclamato dall’UNESCO per il 2015. Inoltre il 2015 è anche l’anno di Workplace3.0 il nuovo Salone Ufficio che in questa edizione si presenta con un concept originale e innovativo dedicato al design e alla tecnologia per lo spazio di lavoro. Workplace3.0 riunisce le migliori proposte di 127 espositori del mondo dell’arredamento per ufficio, banche e istituti assicurativi, uffici postali e ambienti pubblici. Ad animare queste manifestazioni biennali due eventi collaterali: “Favilla. Ogni luce una voce”, un progetto dell’architetto Attilio Stocchi in cui gli spettatori vengono condotti in un percorso all’interno di una grande black box dove la manifestazione della luce è associata ogni volta a un particolare suono. Mentre il tema del Workplace 3.0 è stato interpretato da “La Passeggiata” di Michele De Lucchi: una grande installazione ideata con l’obiettivo di creare un percorso circolare che continua all’infinito attraverso i meandri dell’ambiente lavorativo e che pone l’accento sull’importanza di muoversi anche in ufficio per ricevere gli stimoli fondamentali per il processo creativo. Impresa, creatività, progettazione, innovazione: è all’interno di questo movimento continuo che il design sembra assumere le sembianze di quel “Terzo Paradiso” di cui parla una famosa opera di Michelangelo Pistoletto e di cui, come l’artista ci suggerisce, noi siamo gli autori.