Scorporo Telecom, nascono Opac e Ti Service. Bernabè: “Se rende, soldi esteri”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Giugno 2013 - 18:33 OLTRE 6 MESI FA
Scorporo Telecom, nascono Opac e Ti Service. Bernabè: "Se rende, soldi esteri"

Foto Lapresse

ROMA – Scorporo della rete Telecom in Opac e Ti Service: lo annuncia Franco Bernabé, aggiungendo che se lo scorporo rende “arriveranno fondi esteri”. L’annuncio del presidente di Telecom è arrivato durante un’audizione al Senato.

Scorporo e fondi esteri

Se nel processo di scorporo della rete Telecom ”verranno assicurate la redditivita’ degli investimenti e la stabilita’ delle condizioni regolatorie”, ”i fondi esteri vengono per certo”.

”Se ci sono le condizioni di redditivita’ – ha proseguito Bernabe’ – qualsiasi fondo e’ interessato, soprattutto infrastrutturale, anche perche’ la liquidita’ in giro c’e’. Ma ci vogliono redditivita’ e stabilita’ delle condizioni regolatorie, perche’ i fondi non vogliono incertezza”. Nessuna risposta, invece, alla domanda dei cronisti se vi siano gia’ contatti o manifestazioni d’interesse da parte dei fondi. Nel corso dell’audizione, Bernabe’ aveva vincolato anche la partecipazione al progetto da parte di Cdp alla remunerativita’ della rete, su cui deve pronunciarsi l’Autorita’ per le tlc. Si tratta di un investitore, ha spiegato il presidente di Telecom, ”che deve avere una sua redditivita’, perche’ se questa non c’e’ gli investimenti non li fa nessuno”.

Bernabe’ ha anche osservato che ”Telecom potrebbe anche fare l’operazione da sola”, ma ”occorre costruire le condizioni complessive per lo sviluppo del Paese”. La partecipazione della Cdp, in questo senso, ”aiuta ad accelerare le cose”. Con la certezza della redditivita’ dell’investimento, quindi, ”l’operazione non costera’ niente a Cdp perche’ verra’ remunerata”. Insomma, ha assicurato, ”non si tratta di sussidi pubblici che finanziano il settore, il settore si regge da solo purche’ le condizioni di redditivita’ siano adeguate”. Per quanto riguarda poi i colloqui proprio con Cdp, Bernabe’ ha sottolineato che ”con Cassa c’e’ un progetto importante per il Paese, un progetto nazionale di accelerazione degli investimenti”.

Rete con 22mila dipendenti

Opac, la nuova societa’ della rete dopo lo scorporo da Telecom, ”avra’ circa 22mila dipendenti e una quota di debito organico sostenibile alla luce di un piano di investimenti previsto in accelerazione e del ritorno atteso dagli investitori”. Lo ha detto il presidente Franco Bernabe’, chiarendo che ”l’operazione non ha la finalita’ di migliorare la situazione debitoria del Gruppo”, ma ”di migliorare la redditivita’ degli investimenti infrastrutturali e sara’ sostanzialmente neutrale dal punto di vista del rating”.

Il progetto, ha spiegato Bernabe’ alle commissioni Lavori Pubblici e Industria del Senato, prevede la separazione dell’attuale Telecom Italia in due societa’: da un lato, la nuova societa’ dell’accesso (Opac), che fornira’ a tutti gli operatori, inclusa TI ServiceCo, i servizi infrastrutturali ‘passivi’ delle reti fisse in rame e fibra, in regime di piena equivalenza; dall’altro, TI ServiceCo, che, acquistando servizi all’ingrosso da OPAC, fornira’ servizi retail, nonche’ i restanti servizi all’ingrosso di rete fissa, oltre ai servizi mobili. Nella nuova societa’ confluiranno quelle risorse di rete che gli economisti definiscono bottlenecks, ossia quelle infrastrutture dell’accesso che costituiscono una strozzatura del mercato, in quanto la loro duplicazione non risulta economicamente efficiente o tecnicamente realizzabile nel breve-medio termine.

In particolare, il perimetro di Opac comprendera’ attivita’ e risorse relative allo sviluppo e alla gestione della rete di accesso passiva, sia in rame sia in fibra, quali: cavidotti (pari a 575.000 Km cavo) e palificazioni (pari a 8,8 milioni) locali; doppini in rame, tra la borchia di utente (pari a 33,6 milioni) e il permutatore (pari a 10.500) situato nella centrale locale; armadi ripartilinea (pari a 151.000); fibra ottica ‘passiva’ in accesso (pari a 724.000 Km fibra); apparati elettronici collocati negli armadi (i cosiddetti DSLAM VDSL2) per la fornitura di connessioni FTTCab e in centrale (i cosiddetti OLT, Optical Line Termination) per la fornitura di connessioni FTTH e/o l’attestazione dei DSLAM VDSL2 collocati negli armadi. Attraverso queste infrastrutture, la nuova societa’ fornira’ in regime di Equivalence of Input a tutti gli operatori, inclusa TI ServiceCo, l’Unbundling del Local Loop (ULL) e il Virtual Unbundling Local Access (VULA) per le reti di nuova generazione basate su architetture FTTCab e FTTH. Opac fornira’, inoltre, altri servizi di accesso all’ingrosso, quali il sub loop unbundling, le infrastrutture di posa, la fibra spenta, la tratta di adduzione, il segmento verticale in fibra ottica, i servizi di colocazione. ”Ed e’ proprio su questi prodotti e servizi – ha proseguito Barnabe’ – che si dovra’ concentrare la regolamentazione, sia pure con le differenti declinazioni richieste da reti di accesso già esistenti, e cioe’ quelle in rame, e reti di accesso che devono essere ancora realizzate, e cioe’ quelle in fibra. Per contro, in TI ServiceCo rimarranno tutte le altre attivita’ di Telecom Italia”.

Più concorrenza

Il progetto di scorporo della rete Telecom ”non mira ad eliminare le regole, come taluno dei nostri concorrenti ha maliziosamente e immotivatamente argomentato, ma, al contrario, rafforza il controllo sulla non discriminazione assicurando la fornitura di prodotti e servizi pienamente equivalenti, cosi’ da incentivare le dinamiche concorrenziali a beneficio dei consumatori in termini di scelta, qualita’ e prezzi”.

TI ServiceCo, la societa’ al netto di Opac, ha spiegato Bernabe’, ”operera’ sul mercato senza disporre della rete di accesso, al pari degli operatori alternativi, e gestira’ solo quegli asset infrastrutturali, come ad esempio i collegamenti a lunga distanza e l’intelligenza di rete, che sono duplicabili e, di fatto, sono già stati realizzati autonomamente dai concorrenti”. ”Ne consegue che, in linea di principio, a fronte di un piu’ efficace e stringente controllo regolamentare sui servizi della nuova societa’ dell’accesso, le regole da applicare nei mercati a valle dovrebbero attenuarsi per favorire lo sviluppo di una concorrenza piu’ efficiente”. Nel nuovo assetto, insomma, ”TI ServiceCo dovra’ essere messa in condizioni di competere ad armi pari con gli altri attori del mercato al dettaglio, senza essere piu’ gravata da regole asimmetriche introdotte prima della separazione strutturale e delle garanzie di Equivalence of Input”. Al termine di questo percorso, ha concluso il presidente, ”TI ServiceCo sara’ necessariamente molto diversa: meno dipendente dalle infrastrutture e molto piu’ orientata all’eccellenza del servizio. Sara’ anche una societa’ molto piu’ leggera in termini di struttura dei costi”.