Tremonti: “La ricreazione è finita”. Ma la “classe Italia” non vuol sentire la campanella

Pubblicato il 23 Giugno 2010 - 14:25| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Davanti alla sede del Senato della Repubblica i sindaci dell’Italia “azzurra”, “verde”, “rosa” e “rossa” chiedono soldi. O meglio di essere esentati con i loro Comuni, del Nord, del Centro, del Sud e delle Isole, dai tagli di spesa imposti dalla manovra. Sono listati a lutto, gridano che se devono spendere meno le loro amministrazioni “muoiono”. Dentro le sede del Senato della Repubblica i seneatori della maggioranza, Pdl in testa, chiedono che la manovra “tagli” sì quei 25,9 miliardi in due anni, ma non qui, e neanche lì e neppure là. Si tagli dunque ma “altrove”: è scritto in più di mille emendamenti della maggioranza. Gli altri mille presentati dall’opposizione dicono che si “taglia male”, insomma, se tagliar si deve, non qui, non là e neanche lì. Ai senatori i Governatori delle Regioni hanno fatto sapere che le “Regioni virtuose” devono tagliare di meno delle altre, altrimenti è ingiustizia. Subito è partito tra i Governatori il dibattito già nervoso e un filo rissoso su quali siano le Regioni “virtuose” e cosa voglia dire “virtù” finanziaria e di bilancio: avere meno debiti o avere debiti anche alti ma in diminuzione? E’ una normale e tranquilla giornata di lotta e di rivolta contro la manovra.

Appena 24 ore prima il ministro Tremonti aveva detto a tutti: “La ricreazione è finita…è impensabile continuare a spendere come prima”. Lo ha detto a tutti, ma a tutti chi? In Gran Bretagna il governo di centro destra appena eletto di miliardi di spesa ne taglia 40 in un anno, aumenta di due punti e mezzo l’Iva, taglia le spese pubbliche del 25 per cento e blocca i salari pubblici, compreso quello della Regina. Sono inglesi, strana gente che stranamente pensa che una legge, figuriamoci una legge di bilancio, possa valere davvero e valere per tutti.