Fa acqua la barca Europa, gli spread come prima dello scudo

Pubblicato il 6 Luglio 2012 - 20:38 OLTRE 6 MESI FA
Christine Lagarde (Foto Lapresse)

ROMA – La barca Europa arranca e, soprattutto, fa acqua da tutte le parti. Lo spread torna ai livelli della scorsa settimana, come se il vertice Ue e lo scudo antispread deciso grazie all’insistenza di Mario Monti fosse stato solo un cerotto momentaneo. Venerdì il differenziale tra titoli di Stato italiani e tedeschi è tornato a 470, esattamente i numeri che si vedevano prima del vertice europeo. A 554 quello spagnolo. I mercati insomma non si fidano e a dire il vero di segnali incoraggianti ce ne sono pochi. In 24 ore Banca centrale e Fondo monetario hanno concordato su un fatto: la crisi gode ancora di ottima saluta e i segni di ripresa sono ancora molto timidi. Lo ha detto Mario Draghi giovedì e l’effetto sui mercati è stato immediato, nonostante avesse appena abbassato i tassi allo 0,75%. Lo ha ripetuto venerdì Christine Lagarde, allargando l’allarme di Draghi a livello internazionale. Lo scenario ”sta peggiorando”, ha detto il direttore del Fmi, e il fenomeno interessa non solo l’Europa, ma anche gli Usa fino ”ai mercati emergenti, come Brasile, Cina e India, che stanno rallentando in modo più o meno marcato”. Come dire che se qualcuno sperava nell’effetto-traino delle economie dinamiche, può sperare invano.

Ma la confusione dei mercati è stata alimentata da due Paesi dell’area euro. Grecia e Finlandia. Il primo candidato naturale all’uscita dalla moneta unica per le sue debolezze strutturali, il secondo che proprio venerdì si è autonominato all’espulsione per non dover scontare troppo la debolezza altrui. Il ministro delle finanze di Helsinki, Jutta Urpilainen, ha detto che ”la Finlandia non resterà attaccata all’euro ad ogni costo, noi siamo pronti a tutti gli scenari, anche all’abbandono della moneta unica. La responsabilità collettiva dei debiti…e i rischi degli altri paesi non è quello al quale dobbiamo prepararci”. E la Finlandia, insieme all’Olanda, è proprio quel Paese che si è impuntato di più proprio contro lo scudo antispread voluto da Monti e approvato dal vertice Ue del 28 giugno.

E poi la Grecia, il malato per eccellenza. Che con notevole tempismo proprio venerdì ha chiesto ai suoi creditori internazionali altri due anni per risanare i conti pubblici. Ce n’è insomma di materiale per far fibrillare i mercati. Non a caso Milano ha chiuso con un sonoro -2,53%. Ora l’attesa è tutta puntata per l’Eurogruppo di lunedì 9 luglio: in questa sede i Paesi dell’euro dovranno chiarire i termini e le condizioni dello scudo antrispread e delle altre decisioni prese nel vertice europeo. A occhio, non sarà una giornata noiosa.