Statali. 85mila idonei in piazza. Stop assunzioni, addio per sempre al posto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Febbraio 2015 - 10:49 OLTRE 6 MESI FA
Statali. 85mila idonei in piazza. Stop assunzioni, addio per sempre al posto

Statali. 85mila idonei in piazza. Stop assunzioni, addio per sempre al posto

ROMA – Statali. 85mila idonei in piazza. Stop assunzioni, addio per sempre al posto. I vincitori e gli idonei dei concorsi pubblici che non sono stati ancora assunti manifesteranno mercoledì 11 febbraio a Roma in piazza Montecitorio (coordinamento su Facebook, hashtag su Twitter #idoneiinpiazza2015, #piùsicurezza e #nobloccoassunzioneidonei).

La legge di stabilità del Governo Renzi ha bloccato fino alla fine del 2016 tutte le nuove assunzioni per ogni tipo di amministrazione (bisogna far posto e ricollocare 20mila dipendenti dopo l’abolizione delle Province), giusto la stessa data in cui scadono le graduatorie.

Fatti salvi solo i vincitori di concorso pubblico (circa tremila), il decreto del Governo frustra definitivamente le speranze di assunzione degli 84.040 “idonei” ufficiali (36.127 stanno nelle graduatorie degli enti locali e 31.277 nella sanità) di 9225 diverse graduatorie.

 Ci saranno quelli del Comitato 22 procedure per la giustizia di Roma e i vincitori e idonei per 300 posti per la ricostruzione in Abruzzo, il Comitato idonei al concorso del Comune di Napoli e quelli dell’Iacp, e poi gli amministrativi B1-Inps, gli operatori dei centri di formazione di Roma e quelli Giunta della Regione Campania, della Difesa, dell’Interno, gli allievi marescialli carabinieri e chi ha partecipato al concorso per 650 allievi agenti di polizia nel 2014. (Paolo Baroni, La Stampa)

Si annuncia una pioggia di ricorsi alla magistratura (la deroga per il solo settore dei Beni Culturali è discriminatoria nei confronti degli altri), intanto si protesta contro la scelta con cui il Governo ha penalizzato chi fino ad oggi (c’è chi aspetta dal 2003) contava sul posto assicurato:

Abbiamo deciso di scendere in piazza per far valere le nostre ragioni, per chiedere allo Stato di restituirci quei diritti che, non più tardi di un anno fa, ci aveva riconosciuto attraverso la legge promossa dal ministro D’Alia che prorogava tutte le graduatorie fino a fine 2016. (Alessio Mercanti, presidente del Comitato XXVII Ottobre)