Tasi 2014? Sulla prima casa si paga il doppio dell’Imu 2012

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Ottobre 2013 - 12:55 OLTRE 6 MESI FA
Tasi 2014? Sulla prima casa si paga il doppio dell'Imu 2012

Tasi 2014? Sulla prima casa si paga il doppio dell’Imu 2012

ROMA – Fra le tante stangate nascoste nella Legge di Stabilità del governo Letta c’è quella sulla casa. Grattando sotto la Tasi, ennesimo acronimo di una tassa che dal 2014 dovrebbe accorpare Imu e tariffe su rifiuti e altri servizi comunali, si scopre che l’aliquota massima che i Comuni potranno applicare – anche sulla prima casa – è del 2,5 per mille. (La minima è dell’1 per mille).

Fin qui tutto bene, potrebbe dire qualcuno: l’Imu, nel 2012, aveva un’aliquota minima del 4 per mille e una massima del 6 per mille. La Tasi va da 1 per mille minima a 2,5 per mille massima. Ma non prevede detrazioni per i figli e non ha la franchigia di 200 euro: due fattori che avevano attutito di molto il colpo dell’Imu 2012.

Invece con la Tasi il rischio concreto è che i Comuni applichino il tetto massimo del 2,5 per mille. Cosa succederà? Non essendo più previste franchigie e detrazioni per i figli, secondo le proiezioni della Uil la tassa sulla prima casa potrebbe aumentare del 96% rispetto all’Imu pagata nel 2012. Insomma si raddoppia.

Spiega Roberto Petrini su Repubblica:

“Le due tasse sono «cugine»: hanno la stessa base imponibile, ovvero la rendita catastale. Ma la somiglianza finisce qui. Le aliquote sono diverse: 4 per mille l’Imu, aumentabile fino al 6 dai Comuni e 1 per mille per la Tasi, aumentabile dai Municipi fino al 2,5 per mille. La Tasi, dunque, costa meno in termini di aliquote, ma non concede la possibilità ai contribuenti di beneficiare delle detrazioni di base di 200 euro e di quelle per i figli. Ovvero, quello che si guadagna con l’aliquota più bassa si può perdere per la mancanza di detrazioni, visto che la base imponibile è la stessa. […]

Il rapporto della Uil servizio politiche territoriali rileva che solo mettendo a raffronto l’Imu 2012 con la Tasi ad aliquota-base, cioè al netto dell’intervento dei Comuni, ci si può aspettare un vantaggio. La simulazione è fatta sulla media delle abitazioni A/2 e A/3, la tipologia di appartamenti più diffusa (in queste categorie ci sono 15 milioni di abitazioni) e si considera una famiglia con un figlio a carico. Ebbene se si confronta l’aliquota media effettiva del 2012 dell’Imu, compresa la maggiorazione municipale (ovvero il 4,43 per mille totale) con una Tasi che rimane inchiodata all’1 per mille, il vantaggio per il 2014 è del 21,8 per cento (20 euro in media). Tuttavia se i Comuni porteranno l’aliquota al 2,5 per mille, la famiglia media che pagava 101 euro dovrà pagare quasi il doppio, 198 euro. Il confronto città per città è più variegato: di fatto nei Comuni dove l’Imu era bassa (Milano e Bologna) se si applicherà il tetto massimo del 2,5 per mille si conferma che con la Tasi si pagherà di più; solo dove l’aliquota era alta ci saranno dei vantaggi”.