Tasi stangata peggiore dell’Imu: vale al minimo 3,7mld € e addio bonus figli

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 20 Ottobre 2013 - 12:37 OLTRE 6 MESI FA
Tasi stangata peggiore dell'Imu: vale al minimo 3,7mld € e addio bonus figli

Tasi stangata peggiore dell’Imu: vale al minimo 3,7mld € e addio bonus figli

ROMA – La nuova tassa Tasi sarà una stangata ben più pesante dell’abolita Imu. Il gettito previsto dalla nuova tassa nelle casse dei Comuni sarà di 3,7 miliardi ad aliquota standard dell’1 per mille, cioè senza eventuali aumenti rispetto ai 3,3 miliardi di euro previsti dall’Imu. Ma l’aliquota può arrivare anche al 2,5 per mille, spiega Gianni Trovati sul Sole 24 Ore sulla base dei conti della Ragioneria generale.

Andrea Indini su Il Giornale invece parla di “taglia e cuci senza precedenti”: cambia il nome della tassa, ma da Tasi a Imu la stangata rimane, anzi peggiora. Anzi con la cancellazione del bonus figli arriveranno proprio quei 400 milioni di euro in più che andranno a pesare maggiormente sui proprietari di abitazioni modeste.

Trovati sul Sole 24 Ore spiega che la Tasi, con le aliquote più alte, può valere fino a 9 miliardi di euro:

“La Tasi ha spazio per crescere di circa 2,4 volte rispetto ai livelli standard (2,5 sulle abitazioni principali, 2,3 su tutto il resto), e se vale 3.764 milioni con l’1 per mille può arrivare vicina ai 9 miliardi di euro con le aliquote al massimo. Con tanti saluti alla ripartenza del mercato immobiliare che sarebbe dovuta seguire al «superamento» dell’Imu sull’abitazione principale; e senza contare che il limite al 2,5 per mille, anche secondo la versione definitiva della legge di stabilità, vincola le scelte sull’abitazione principale solo nel 2014”.

Addio poi al bonus figli di 50 euro:

“Le detrazioni aggiuntive da 50 euro per ogni figlio convivente fino a 26 anni che accompagnavano l’applicazione dell’Imu erano provvisorie, e destinate a tramontare a fine 2013: 400 milioni già incorporati nelle previsioni arrivano da lì, e il resto dall’esigenza di coprire le nuove misure che estendono i benefici dell’abitazione principale all’edilizia sociale e ai militari”.

Il sorpasso della Tasi sull’Imu è ormai sancito, scrive ancora Trovati:

“La deducibilità Ires-Irpef del 20% dell’Imu sugli immobili strumentali, prevista dalla stessa legge di stabilità, crea uno sconto medio da 58 euro ogni 100mila di valore catastale, ma la Tasi produce un aggravio di 100 euro. Tra le abitazioni principali, invece, la Tasi è destinata a colpire anche le 5 milioni di case che l’Imu, grazie alle detrazione, ha sempre ignorato perché di modesto valore catastale”.

La parola finale resta comunque ai Comuni, che potranno decidere quali categorie tutelare e quali stangare.

Indini sul Giornale, basandosi sui calcoli della Cgia di Mestre, spiega che gli immobili più colpiti saranno proprio quelli modesti:

“Se, per esempio, si prende in esame alcune tipologie abitative come le A2 (civili), le A3 (tipo economico) e le A4 (tipo popolare), appare subito evidente che la Tasi sulle abitazioni popolari sarà più cara rispetto all’Imu sulla prima casa pagata nel 2012. L’imposta messa a punto dal governo Letta rischia così di penalizzare i proprietari che maggiormente beneficiavano dell’abbattimento dell’Imu grazie alla detrazione base (200 euro) e quella ulteriore di 50 euro per ogni figlio residente”.

Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre conferma così il calcolo della relazione tecnica del ministero dell’Economia:

“Se questa situazione dovesse trovare conferma dalla versione ufficiale del provvedimento  chiediamo alla politica di intervenire per correggere il tiro. Sarebbe una vera e propria beffa se fossimo costretti a rimpiangere l’Imu”.

Daniele Capezzone, presidente della Commissione Finanze della Camera e Coordinatore dei dipartimenti Pdl, ha dichiarato: “Apprendiamo dal Sole 24 Ore di oggi (in attesa di poter vedere i testi) che “nella relazione tecnica definitiva” alla legge di stabilità si certifica che la Tasi porterà ai Comuni 3.7 miliardi, a fronte dei 3.3 della vecchia Imu sull’abitazione principale. Se tale impostazione risultasse quella definitiva, ciascuno comprenderebbe che ci si troverebbe dinanzi a una stangata, e ciò non sarebbe accettabile”.

Capezzone ha poi aggiunto: “Tale stangata andrebbe assolutamente sventata nell’interesse dei contribuenti. In Parlamento occorrerà riscrivere tutto, con coraggio e con rispetto degli impegni presi con i cittadini italiani, a partire dal tema casa”.