Telecom, scoperta denuncia interna ignorata: già nel 2003 allarme “spioni”

Pubblicato il 7 Dicembre 2010 - 12:09 OLTRE 6 MESI FA

Tronchetti Provera

Già nel 2003 c’era stato in Telecom l’allarme “spioni” e ora si scopre una denuncia interna, finora ignorata, che già nel 2003 denunciava l’abuso della “procedura semplificata” per i pagamenti effettuati dalla Security. La denuncia è contenuta, come dice La Repubblica, nel “rapporto Deloitte”, un compendio di tutte le anomalie avvenute sotto la gestione di Marco Tronchetti Provera. E in base al quale gli attuali consiglieri di Telecom Italia saranno chiamati a decidere se procedere o no all’azione di responsabilità contro i vecchi vertici.

Secondo le indiscrezioni, il rapporto è diviso in quattro parti. “La più corposa – scrive Repubblica – riguarda le vicende della Security, già in scena al Tribunale di Milano. Oltre a ripercorrere il processo, i consulenti hanno analizzato la società, la sua governance, chi ricopriva le varie funzioni della Security e le procedure con cui si acquistava “sicurezza”. Queste erano sostanzialmente di due tipi, una ordinaria e una semplificata e proprio l’abuso della procedura semplificata sarebbe stata al centro di un audit effettuato già nel 2003 da Maurizio Nobili, ai tempi uno dei revisori aziendali. Un allarme caduto nel vuoto, visto che qui si potevano annidare falle nel sistema. Di fatto poi la ricompensa delle fatture degli investigatori privati Emanuele Cipriani e Marco Bernardini, tra i protagonisti dei dossieraggi illeciti, è passata proprio attraverso questo canale. La cattiva gestione della sicurezza avrebbe arrecato alla società danni riscontrabili per circa 50 milioni di euro, mentre non sono stati quantificati da Deloitte i danni di immagine e di reputazione”.

La seconda parte si occupa della questione Telecom Italia Sparkle, la frode Iva sul traffico telefonico internazionale e calcola i danni in circa 400 milioni di euro da risarcire al Fisco. La terza parte passa in rassegna il caso delle sim card con intestazioni fittizie e conteggia tra i 20/30 e i 60/70 milioni di euro i danni subiti per la carenza di controllo nel commercio di sim false. L’ultimo punto, infine, si occupa delle vendite anomale di servizi premium e dei terminali, ponendo l’accento sugli aspetti gestionali e di nuovo sulle procedure di controllo.