TREMONTI: ”NON C’E’ TESORETTO, PER ALITALIA SOLUZIONE ITALIANA”, NO INTERVENTI SU PENSIONI

Pubblicato il 10 Maggio 2008 - 12:13 OLTRE 6 MESI FA

Tremonti «Cerchiamo una soluzione italiana e fondamentalmente privata. Se non funziona vedremo»: così il neoministro dell’Economia Giulio Tremonti durante la registrazione del programma «In mezz’ora» di Lucia Annunziata, alla domanda se Alitalia potrebbe tornare in mano pubblica.

Tremonti ha spiegato di avere avuto poco tempo ancora per «guardare le carte», ma – afferma – «una cosa è sicura: un conto è fare campagna elettorale e un conto è essere al governo. Mica aspetto che arrivi qualcosa dal cielo. Saremo dentro le procedure di legge e dentro quelle procedure guarderemo le offerte». Alla domanda se avremo una nuova Iri, Tremonti risponde: «Io spero di no. L’impegno è per una cordata italiana e molti imprenditori si sono impegnati. Il rischio che la nostra compagnia andasse in mano a un nostro concorrente nel turismo è stato evitato». Poche ore prima, venerdì sera, Bruno Ermolli – incaricato da Berlusconi – aveva inoltrato al presidente di Alitalia la richiesta di dati e informazioni aggiornati sulla compagnia per esaminarli «con gli imprenditori e gli investitori maggiormente interessati a elaborare un’ipotesi di sostenibilità economica e finanziaria di un progetto per il rilancio». Alitalia ha fatto sapere che la richiesta sarà considerata dal consiglio di amministrazione del 13 maggio.

Parlando poi della situazione dei conti pubblici, il neoministro ha escluso l’esistenza di un tesoretto aggiungendo che «l’andamento delle entrate non è buono, basta guardare l’andamento dell’Iva sugli scambi interni, che è negativo». Tremonti ha precisato che «l’economia va male, e non perché da gennaio è ripartita l’evasione». Il ministro rispondeva a una domanda sulla copertura per i prossimi provvedimenti del governo, relativi a Ici, detassazione straordinari e il decreto sulla sicurezza: «Non abbiamo ancora i testi scritti, siamo negli uffici da poche ore, quando avremo una base di ragionamento la presenteremo a chi di dovere». Riguardo a una verifica dei conti del governo Prodi, Tremonti ha spiegato che «sui conti pubblici di un Paese c’è il controllo assoluto, ormia ci sono molti occhi sopra. Chiederemo agli istituti nazionali e internazionali una valutazione aggiornata. Nei documenti europei c’è la parola rischio su tante voci, chiederemo di valutare i numeri di chiusura del 2007 e anche quelli in corso nel 2008. Purtroppo non sono buoni».

«La questione è molto semplice: se i soldi ci sono, molto presto faranno quello che hanno annunciato in campagna elettorale e cioè la detassazione degli straordinari e l`abolizione di metà dell`Ici, perché l`altra metà è stata già abolita dal governo Prodi», ha replicato Pierluigi Bersani, ministro dell`Economia del governo ombra del Pd. «Se i soldi non ci sono, Tremonti dovrà ridurre di 4 miliardi la spesa corrente. Quindi vedremo ben presto se il tesoretto c`è o non c`è».

Tremonti ha indicato chi – nelle sue previsioni – dovrà "stringere la cinghia": «Le banche e chi incassa la rendita petrolifera, certo non i poveri». Gli istituti di credito – ha spiegato – dovranno pagare qualcosa in più di tasse se non faranno pagare meno i mutui alle famiglie». Per quanto riguarda i petrolieri Tremonti ha spiegato che «prendono più soldi perché è aumentato il prezzo». Parlando dei mutui, il ministro ha assicurato che il governo se ne occuperà nei prossimi mesi.

Altro tema inserito nell’agenda di governo è la detassazione degli straordinari, che sarà oggetto del primo confronto fra esecutivo e sindacati. «Penso ci sia una logica di dialogo costruttivo da entrambe le parti» spiega Tremonti, avvertendo però che per quanto riguarda il provvedimento sperimentale ci sono «limiti fondamentali di finanza pubblica e vincoli europei. Abbiamo il terzo debito pubblico più alto del mondo» ha ricordato. Sia sull’Ici che sugli straordinari Tremonti precisa che non ci sono testi scritti. «Quando avremo una base di ragionamento la presenteremo».

Parlando infine del governo ombra presentato venerdì sera da Walter Veltroni, l’ha definito «una cosa saggia» che però appare come una «squadretta di allenamento». «Ma serve anche quella – ha detto il ministro dell’Economia -. Se sei al governo e pensi che sai fare tutto, prendi una via sbagliata. Che ci sia un confronto e delle critiche è fondamentale». E su D’Alema: «Il fatto che non sia nel governo ombra, essendo stato nel governo vero, indica che conta davvero». «La sinistra sta nel virtuale, dovrebbe tornare al reale, deve scrivere un quaderno nuovo. Bisogna leggere insieme sia Marx che i "Quaderni" di Gramsci che sono un’opera di assoluta modernità» conclude Tremonti.

«Non rimetteremo mano alla definizione dell’etá minima pensionabile, anche se riteniamo che sia stato un errore farlo da parte del Governo Prodi». Il neoministro del Welfare, Maurizio Sacconi, oggi in visita alla fiera Civitas a Padova, spiega che il governo berlusconi non tornerà allo «scalone» della precedente riforma e non toccherà il meccanismo scaturito dal lungo confronto tra il governo Prodi e le parti sociali in tema di pensioni. «Ora dobbiamo, purtroppo, incorporare la maggiore spesa previdenziale che così è stata prodotta – ha proseguito – ma sarebbe un errore se introducessimo instabilitá nella disciplina pensionistica. Lavoreremo però per allungare la vita lavorativa».