Tremonti presenta le riforme: “Nessuna manovra ‘lacrime e sangue’ nel 2011”

Pubblicato il 13 Aprile 2011 - 17:38 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un piano di riforme che impegnerà il governo sul fisco, sui conti pubblici, sul processo civile. Sono tanti i temi toccati dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti presentando il piano nazionale delle riforme in conferenza stampa.

Uno dei punti cari al premier Berlusconi è la riforma fiscale: “Stiamo seguendo i lavori delle commissioni di studio sulla riforma fiscale. Appena avremo quelle carte chiederemo al Parlamento quella delega”, ha detto il ministro dell’Economia.

”Abbiamo pensato a delle norme di semplificazione del processo civile in modo da ridurne il volume. Il 25% dei processi civili sono fatti da cause dell’Inps e queste cause hanno un tasso di soccombenza pubblica altissimo”. L’impegno del governo è quello di ”liberare risorse per la giustizia civile in modo da avere un processo che possa servire l’economia e la società”.

Non solo: uno strumento ”efficace” per la economia italiana può essere il distretto turistico-balneare, anche questo presente nel piano nazionale delle riforme. Citando il rapporto fra demanio nazionale e demanio regionale, e la querelle europea sulle concessioni, Tremonti ha detto: ”Possiamo introdurre dei distretti turistico-balneari. Immaginiamo che le imprese, in base al contratto, si mettono insieme vadano in banca come distretto, che vadano dal fisco come distretto, che si presentino alle agenzia estere a prendere i turisti come distretto”. ”Pensiamo che questo sia un modo molto efficace per la nostra economia – ha concluso -. Chiediamo ovviamente lealtà fiscale alle imprese, e l’assunzione dei giovani”.

Tremonti parla anche dei conti pubblici: “Non ci sarà un ”impatto lineare e drammatico sulle persone e le famiglie. Ci devono essere delle economie, ma non in termini di lacrime e sangue”. ”Noi abbiamo per obiettivo il pareggio 2013-2014 e in funzione di quello dobbiamo fare calcoli e conti. Adesso stiamo lavorando ad un provvedimento che pensiamo piuttosto efficace per lo sviluppo”, ma non sarà un provvedimento drammatico: ”Non abbiamo emergenze o urgenze. Fare un drammatico intervento su 2011? E’ una visione pessimistica”.

Sul tema del debito pubblico, arrivato al 120% nel rapporto con il Pil, Tremonti spiega: ”Siamo impegnati a ridurre il debito a partire dal 2015. Quello che abbiamo definito in Europa, fermo restando il dovere di ridurre a partire dal 2015, è che si tenga conto di altri fattori rilevanti. Su quella base noi manteniamo l’impegno a ridurre il debito, ma crediamo di avere un logico spazio di flessibilità”.

”Il nostro debito è salito – ha detto ancora il ministro – però, non perché abbiamo fatto più spesa pubblica, ma perché è sceso il Pil. Altri hanno avuto una salita enorme debito, perché il Pil è sceso, ma anche perché è stata enorme la spesa pubblica”. ”Tutti dobbiamo ridurre: se per noi però è il debito pubblico il problema – ha concluso – non c’è più in Europa un Paese che sta al 60% del Pil”.

”Vi do una non notizia: è successo che con la crisi tutti i debiti in valore assoluto sono saliti. E noi non siamo più il terzo debito pubblico del mondo. Ora siamo quarti perché la Germania ci ha superato”.