Trump scuote i mercati, ma niente crolli: cosa succede adesso?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Novembre 2016 - 10:44 OLTRE 6 MESI FA
Trump scuote i mercati, ma niente crolli: cosa succede adesso?

Trump scuote i mercati, ma niente crolli: cosa succede adesso?

ROMA – Trump scuote i mercati, ma niente crolli: cosa succede adesso? Il terremoto Trump ha scosso i mercati finanziari mondiali, ma finora nessun indizio fa pensare a un crollo imminente. Le Borse Europee riducono le perdite dopo un avvio in forte calo sulla scia dell’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. L’indice Euro Stoxx perde l’1,8% a 2.967 punti. Tiene Mosca in rialzo dell’1,2%. Nel Vecchio Continente la Borsa di Milano è maglia nera con il Ftse Mib che cede l’1,7%. Parigi e Francoforte cedono l’1,4 mentre Parigi cala dello 0,5%. Il settore finanziario subisce le maggiori perdite in calo del 2,7%. Male anche energia -1,9% e l’industria -1,2%.

In Europa, in ogni caso, la reazione è stata molto più contenuta rispetto allo choc della Brexit (il voto in Gran Bretagna dell’uscita dalla Ue). Le quotazioni dell’oro, bene rifugio per eccellenza, si sono impennate di oltre il 2 per cento. In generale, assecondando i timori della vigilia per l’affermazione di Trump, la tendenza è quella dell’avversione al rischio sui mercati: quindi, penalizzato il mercato azionario in favore degli asset rifugio, come yen, franco svizzero e oro. E bund tedesco, motivo per cui lo spread con il Btp italiano è salito già a 167 punti, diciamo in quota Brexit.

Il peso messicano, termometro delle elezioni americane, affonda del 12%, il calo maggiore dal 2008. La Borsa di Mosca, sia con l’indice Micex che con l’Rts, ha girato in positivo con i due principali listini che superano al momento abbondantemente l’1%. Anche il rublo si sta rafforzando nei confronti dell’euro dopo aver aperto in netto calo.

Cosa succede adesso?  In questo contesto bisogna rimanere “focalizzati sui fondamentali che sono saldi, non c’è recessione”. L’indicazione arriva da Lorenzo Portelli, strategist di Pioneer Investments che sottolinea come “la nota positiva” sia che, a questo punto, “la politica monetaria sarà più accomodante” anche perché “questo cambio epocale” avrà “chiare ripercussioni” sulla possibilità di una riconferma alla Fed di Janet Yellen pronta ad un rialzo dei tassi a dicembre.

Secondo un’analisi di Allianz Global Investor “le borse azionarie europee, potrebbero diventare – ironicamente – un baluardo della stabilità rispetto a quelle americane. In ambito fixed income, nel breve termine riteniamo probabili: una fase di avversione al rischio, rendimenti più bassi e un appiattimento della curva”.

“L’imprevedibilità di Trump e la sua mancanza di esperienza politica sono motivo più che sufficiente per affrontare i prossimi mesi con una certa cautela”, sottolinea Stefan Kreuzkamp, Chief Investment Officer at Deutsche Asset Management rilevando che “nonostante ciò, gli investitori debbano tenere i nervi ben saldi” perché non è da dimenticare “che la chiave costante della campagna elettorale di Trump è stata quella di sorprendere continuamente il pubblico: è del tutto possibile che, dopo la sua elezione, egli possa infatti sorprendere i mercati in modo positivo”.

“Le nostre speranze si basano sul pragmatismo di Trump, la sua capacità di adattamento e in generale la sua scarsa fede politica. C’è la possibilità – aggiunge Kreuzkamp – che possa permettere ai veterani politici in Congresso di approvare un programma repubblicano piuttosto classico. Il referendum costituzionale in Italia “sarà poi il prossimo passo” di una mappa politica molto difficile con “le elezioni il prossimo anno in Francia e Germania” e i “trend populistici che non sono da trascurare”, spiega ancora Portelli, che sottolinea anche come la “volatilità dei mercati” dipenderà “dagli annunci di Trump di politica economica”.

Un’opinione condivisa da Allianz Global Investor che rileva come “finché non si farà chiarezza sulle politiche di Trump, le sue dichiarazioni su commercio, immigrazione e cooperazione internazionale avranno impatti sulla crescita dell’economia americana e globale”. Inoltre “il protezionismo potrebbe diventare uno tra i principali temi di investimento, in particolare in Asia. Sui mercati obbligazionari asiatici – rilevano gli analisti – il nostro scenario prevede un periodo di ‘flight to quality'”.