Ue, stime peggiorate per l’Italia: disoccupazione aumenta, Pil cala

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Febbraio 2014 - 14:31 OLTRE 6 MESI FA
Ue, stime peggiorate per l'Italia: disoccupazione aumenta, Pil cala

Il commissario europeo Olli Rehn (Foto Lapresse)

STRASBURGO – Bruxelles non vede rosa nel futuro dell‘Unione Europea e soprattutto per l’Italia: il prodotto interno lordo italiano diminuisce, il credito non aumenta, la disoccupazione crescerà ancora, le banche italiane hanno bilanci disordinati che non permettono di dare soldi a famiglie e aziende, l’inflazione è bassa ma c’è, il rischio, nel complesso, è di una bassa bassa crescita prolungata.

PIL, DEFICIT E RIPRESA – Il ritmo di crescita del Pil è più debole del previsto: la Commissione Ue rivede al ribasso la stima del Pil di novembre e da +0,7% la aggiorna a +0,6%.

Migliorano le stime Ue sul deficit per l’Italia: 2,6% quest’anno e 2,2% nel 2015, con il 2013 che chiude a 3%. A novembre il disavanzo 2014 era dato al 2,7%. “I conti beneficiano del calo di spread e interessi sul debito”, scrive L’Ue. Migliora anche l’ aggiustamento strutturale ma “a politiche invariate” peggiora nel 2015.

“Dopo aver incorporato 1,6% di pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione e 0,5% di privatizzazioni, il debito raggiunge il picco nel 2014 vicino al 133,7% e poi scende leggermente nel 2015 (132,4%) grazie a un avanzo primario più ampio e alla crescita del pil”.

“Una lenta ripresa” in Italia nel 2014, grazie a domanda esterna e attività industriale, ma è più debole del previsto: la Commissione Ue rivede al ribasso la stima pil di novembre e da +0,7% la aggiorna a +0,6%. Più bassa anche quella del 2013: a novembre era -1,8 e oggi è rivista a -1,9%. Nel 2015 resta invece stabile la previsione a +1,2%.

BANCHE ITALIANE – “Le banche italiane dovrebbero continuare a mettere in ordine i loro bilanci, il che dovrebbe spianare la strada a condizioni del credito più favorevoli per famiglie e aziende. Questo sosterrebbe la domanda interna e la crescita nel 2015”, scrive la Commissione Ue nelle sue stime economiche. 

INFLAZIONE – L’inflazione nell’Eurozona sarà “sommessa” nel 2014. E’ indicata a +1,0% nelle previsioni di inverno. Nel 2013 la crescita dei prezzi è data a +1,4%. Per il 2015 è previsto il ritorno a +1,3%. Nella Ue-28, a fronte di un’inflazione a +1,5% nel 2013, è prevista la contrazione a +1,2% nel 2014 e ritorno a +1,5% nel 2015. .

DISOCCUPAZIONE – La disoccupazione resterà alta tanto nell’Eurozona quanto nella Ue-28. Le previsioni d’inverno indicano solo una “modesta” riduzione: dal 12,1% del 2013 al 12,0% nel 2014 e un calo più marcato nel 2015 (11,7%) per i paesi della moneta unica. Dal 10,9% del 2013 al 10,7% del 2014 e al 10,4% del 2015 per la Ue nel suo complesso.

Peggiorano le stime Ue della disoccupazione in Italia che quest’anno sale a 12,6% e nel 2015 a 12,4% grazie “all’economia che si rafforza”. A novembre Bruxelles prevedeva rispettivamente 12,4% e 12,1%. “Con condizioni del mercato del lavoro ancora difficili, i consumi privati crescono solo marginalmente”, scrive la Commissione Ue.

 

CREDITO E CRESCITA – Le Ue prevede che la crescita del credito “resta anemica senza la realizzazione della Unione bancaria” e se gli esami della Bce (Asset Quality Review e stress test) “non puliscono i bilanci” delle banche, dati anche “l’ancora elevato develariging del settore privato” e per gli “aumentati rischi di alta instabilità nei mercati emergenti”.

Nella Ue c’è “un rischio di bassa crescita prolungata”. Il “principale” fattore per la crescita a medio termine “sarebbe lo stallo o la parziale messa in atto” delle riforme, che verrebbe “esacerbato” da una inflazione che resti bassa o da una riduzione più lenta della frammentazione finanziaria.E’ scritto nelle previsioni Ue.

La crescita nell’ Eurozona tornerà positiva nel 2014 e si rafforzerà nel 2015. Lo indicano le previsioni d’inverno Ue. A fronte di un calo del Pil nel 2013 (-0,4%), l’Eurozona segnerà +1,2% nel 2014 e +1,8% nel 2015 (con una revisione di +0,1 punti rispetto alle previsioni d’autunno). Più marcati i dati Ue-28, rispettivamente +1,5% e +2,0%.