Unicredit, 2015 meglio delle attese:1,7 miliardi di utili
Pubblicato il 9 Febbraio 2016 - 21:05 OLTRE 6 MESI FA
MILANO – Unicredit chiude il 2015 meglio delle attese: l’istituto ha archiviato l’anno con un utile di 1,7 miliardi (in calo rispetto ai 2 miliardi del 2014): 2,2 miliardi escludendo il contributo straordinario al fondo di risoluzione. Mentre nel quarto trimestre l’utile è di 153 milioni.
Invariato il dividendo con lo scrip (in azioni o cash con la scelta che spetta al socio) che viene confermato ed è pari a 12 cent per azione. Ma dall’esercizio 2016 il gruppo potrebbe tornare a pagare la cedola cash. “Grazie alla buona generazione di capitale”, assicura agli analisti l’amministratore delegato, Federico Ghizzoni.
Con i risultati che mettono in luce una forte crescita del capitale (il Cet 1 sfiora l’11%) e lo stato di avanzamento del piano industriale, Ghizzoni incassa anche “la piena fiducia” e, per di più “all’unanimità”, dal parte del Consiglio di amministrazione.
Un ‘endorsement’ arrivato dopo diversi rumors che indicavano malessere tra gli azionisti. Un disagio, non da ultimo, manifestato dalla ‘stoccata’ arrivata da Leonardo Del Vecchio (azionista del gruppo di Piazza Gae Aulenti attraverso Delfin) pronto a sollecitare discontinuità nella governance della banca.
Al patron di Luxottica, Ghizzoni replica in conferenza stampa: “Non parlo per conto terzi e mi confronto con il Cda che rappresenta alla fine i soci”. Parole chiare a cui aggiunge: “A differenza di altri, cerco sempre di seguire con molta attenzione e scrupolo i principi di governance che ci sono all’interno di Unicredit”.
Comunque, il banchiere piacentino assicura di essere “completamento focalizzato sulla banca” e di non aver “nemmeno il tempo” di pensare alle indiscrezioni, anche perché “se uno si dimentica di essere amministratore delegato e che c’è una banca da mandare avanti e di portare risultati a casa, rischia di distarsi”.
Guardando nel dettaglio i conti Unicredit vede crescere nel 2015 il livello del nuovo credito erogato. Grazie al forte aumento del credito a medio e lungo termine, il dato si attesta a oltre 50 miliardi sostenuto dai mutui sia al segmento corporate sia alle famiglie.
Positivo l’andamento dei ricavi (a 5,6 miliardi nel quarto trimestre con +5,9% trimestre su trimestre, +0,6% anno su anno) grazie alla buona crescita delle commissioni (+3,2% trimestre su trimestre, +4,7% anno su anno).
Inoltre nell’ambito dei contenimento dei costi nel quarto trimestre ci sono state circa 1.300 uscite (3.500 nell’esercizio 2015), mentre le filiali scendono di 121 unità nell’ultimo trimestre (582 le chiuse nel 2015). Da ricordare che lo scorso 5 febbraio, il gruppo ha siglato un accordo con i sindacati per l’uscita di 2.700 dipendenti su base volontaria in Italia. Stessa cosa è avvenuta in Germania e Austria.
Quanto alle linee strategiche (che avanzano meglio del previsto) chiusa la partita sulla ristrutturazione dell’Austria, la vendita della controllata in Ucraina e il riposizionamento della sub-holding Cee, ora l’attenzione è sulla prevista cessione del leasing. Sull’asset (che ha in pancia crediti per 13 miliardi) ci sono manifestazioni di interesse ma è troppo presto per parlare di prezzo.